ALLARME! Le ADI hanno cercato di far manipolare Atti 13:48 nella Bibbia Nuova Riveduta

adi-manipolazione-blog

 

Tratto da : http://giacintobutindaro.org/2014/03/02/allarme-le-adi-hanno-cercato-di-far-manipolare-atti-1348-nella-bibbia-nuova-riveduta/

Libro – La Massoneria smascherata

copertina-libro-massoneria-smascherata-724x1024Fratelli nel Signore, ecco un altro mio libro confutatorio: si intitola ‘La massoneria smascherata: contro l’infiltrazione e l’influenza di questa diabolica istituzione nelle Chiese Evangeliche’. E’ un libro particolare, diverso per certi aspetti da tutti gli altri, e capirete il perchè leggendolo e studiandolo. La sua lettura e il suo studio vi richiederanno parecchio tempo e impegno, ma sappiate che questo è un libro molto importante che ognuno di voi deve leggere. Vi avverto da subito che questo è un libro che contiene informazioni e notizie che produrranno in voi sbigottimento, e tanta rabbia e tristezza. Ma nello stesso tempo sono sicuro che esso vi farà gioire ed esultare nel Signore e vi farà ringraziare Dio perchè smaschera una delle più potenti ed efficaci macchinazioni di Satana contro la Chiesa dell’Iddio vivente e vero, colonna e base della verità.
Un’ultima cosa: molti di voi leggendo questo libro scopriranno di essere stati MASSONIZZATI, in quanto la Chiesa o la Denominazione o l’Associazione di cui fanno parte è sotto l’influenza o il controllo della Massoneria. A costoro dico: Ravvedetevi e separatevi immediatamente da coloro che vi hanno MASSONIZZATI.
La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con coloro che lo amano con purità incorrotta. Amen.
Giacinto Butindaro

Per scaricare il libro o fai clic su ‘Download’ in fondo alla tua sinistra nella finestra di SCRIBD o alrimenti vai qua

Tratto da : http://giacintobutindaro.org/2012/12/17/libro-la-massoneria-smascherata/

Guardatevi da Alton Garrison che le ADI hanno invitato all’incontro giovanile ADI-IBI di Fiuggi

Fratelli nel Signore che siete membri delle Assemblee di Dio in Italia, sul sito delle Assemblee di Dio in Italia, nella sezione ‘Appuntamenti’ si legge quanto segue:
‘INCONTRO NAZIONALE GIOVANILE ADI-IBI – Da sabato 29 ottobre a martedì 1° novembre 2011, a Fiuggi Terme (FR), presso la tensostruttura del PalaFiuggi, eretta in Via IV Giugno, si terrà il XXXVI Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI. Predicatore ufficiale sarà il fratello Alton Garrison, Assistente Sovrintendente delle Assemblee di Dio negli Stati Uniti d’America’ (http://www.assembleedidio.org/attivita.php).

Mi sono dunque trovato a scrivervi questa lettera per mettervi severamente in guardia da questo predicatore, in quanto egli si propone di corrompere la Chiesa di Dio, cioè di farla prostituire con il mondo. In altre parole egli si propone di trasformare la Chiesa di Dio in una Chiesa mondana per piacere al mondo. Questa è la sua strategia evangelistica per far crescere la Chiesa sia qualitativamente che quantitativamente.

In un suo scritto dal titolo ‘The Case for Change’, presente nella lettera ai ministri delle Assemblee di Dio USA datata Gennaio 2011 (http://ag.org/top/General_Superintendent/Ministers_Letter/2011_Issue_01.pdf, pag. 2-4), infatti Alton Garrison presenta in maniera molto chiara il suo pensiero a tale riguardo.

Garrison innanzi tutto dice che nel 1986, dopo aver fatto per 18 anni l’evangelista itinerante, divenne pastore di una Chiesa delle Assemblee di Dio a North Little Rock, nell’Arkansas, e che quella Chiesa che aveva contato tra i 450 e i 600 membri per circa 35 anni, lui capì che aveva bisogno di un cambiamento per aumentare di numero.

E allora lui spiega prima il bisogno di un cambiamento, citando addirittura Rick Warren che è uno dei pastori più corrotti di questa era in America (portatore di eresie e di molta corruzione nelle Chiese evangeliche moderne), a supporto di questa tesi, il che mostra che lui è rimasto sedotto dalle dottrine distruttive di Rick Warren; poi spiega il cambiamento pieno di significato (purposeful change), e poi passa a parlare dei piani strategici che secondo lui in un senso sono uguali per tutte le Chiese ma in un altro senso variano da chiesa a chiesa e dice: ‘Una Chiesa potrà avere una musica d’adorazione tradizionale, un’altra una musica d’adorazione contemporanea, un’altra una musica dal gusto country, ed un’altra ancora una musica d’adorazione che sembra rock-’n-roll. Le Chiese di Atti 2 perseguono lo stesso fine attraverso mezzi differenti. La Bibbia determina il fine che noi perseguiamo, ma la cultura locale forma i mezzi che noi usiamo mentre lo perseguiamo. Un altro modo per dire ciò è che la Parola determina la sostanza del nostro messaggio ma il mondo influenza lo stile della nostra metodologia’ (pag. 3). E poi avviandosi verso la fine spiega nella pratica come devono agire i pastori per apportare questo cambiamento nella chiesa che pasturano, e dice che un pastore non deve imporre il cambiamento ma guidarlo, e dice che i leaders ‘aiutano le persone a scoprire da loro stessi il bisogno di un cambiamento piuttosto che imporre loro il cambiamento’, e poi dice che i leaders devono spiegare ai membri di chiesa che il costo dei cambiamenti vale i vantaggi che da essi verranno, per cui ‘le persone faranno quei cambiamenti se esse comprendono che nel fare le cose differentemente si avranno come risultato vantaggi più grandi per il regno’ (pag. 3).

Come potete vedere da voi stessi, questo Garrison è una volpe il cui fine è quello di portare la corruzione nella Chiesa dell’Iddio vivente, perchè vuole portarla a conformarsi al mondo. I suoi ragionamenti non lasciano spazio ad alcun dubbio. L’ho definito ‘una volpe’ perchè usa l’astuzia infatti dice che i pastori non devono imporre il cambiamento ai membri di Chiesa, ma aiutare quest’ultimi a scoprire da loro stessi il bisogno di un cambiamento, e così nessuno potrà accusare i pastori di avere imposto il cambiamento. Evidentemente anche secondo lui Gesù ci ha comandato di essere astuti come i serpenti, come dicono tanti pastori delle ADI, quando invece ci ha ordinato di essere prudenti come i serpenti. E poi parlando in questa maniera, Garrison mostra proprio di avere un modo di agire che non è quello di un servo del Signore che si studia di avere una buona coscienza davanti a Dio e agli uomini, in quanto Paolo dice: “Abbiam rinunziato alle cose nascoste e vergognose, non procedendo con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma mediante la manifestazione della verità raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo nel cospetto di Dio” (2 Corinzi 4:2). Ma lui come anche tanti pastori ADI queste parole di Paolo le rigetta!

Questo predicatore dunque incita la Chiesa a trasgredire il comandamento datoci da Dio tramite l’apostolo Paolo: “E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà” (Romani 12:2), e quello datoci tramite l’apostolo Pietro: “E, come figliuoli d’ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quand’eravate nell’ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Siate santi, perché io son santo” (1 Pietro 1:14-16).

E nell’incitare a fare questo, non fa altro che cercare di far diventare la Chiesa di Dio nemica di Dio, in quanto chi vuole essere amico del mondo diventa nemico di Dio, come dice Giacomo ai santi: “O gente adultera, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. Ovvero pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito ch’Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia?” (Giacomo 4:4-5).

Un’ultima cosa, ma non meno importante; Alton Garrison fa parte dell’Empowered21 Global Council, che è un gruppo di ‘Leaders Cristiani Internazionali’, diretto da Jack Hayford e Billy Wilson.
Nella dichiarazione di fede di questa associazione si legge che tra gli scopi di questo gruppo c’è quello di ‘unire assieme intergenerazionalmente il movimento globale ripieno di Spirito con lo scopo di cercare un fresco spandimento dello Spirito Santo nel ventunesimo secolo’ (To Unite the Global Spirit-filled movement together intergenerationally for the purpose of seeking a fresh outpouring of the Holy Spirit in the 21st Century), e poi anche quello di ‘scoprire contemporanei metodi, vocabolario, grazia spirituale e favore relazionale di cui c’è bisogno per impegnare ogni generazione a vivere investiti di autorità dallo Spirito’ (To Discover contemporary methods, vocabulary, spiritual grace and relational favor needed for engaging every generation in Spirit-empowered living), e poi quello di ‘testimoniare una maggiore convergenza e collaborazione tra ministeri investiti di autorità dallo Spirito che si trovano per il mondo’ (To Witness greater convergence and collaboration of Spirit-empowered ministries around the world). – http://empowered21.com/index.php/purpose/

Vediamo adesso da chi è formata la leadership dell’Empowered21 Global Council per capire con chi si è messo questo predicatore delle Assemblee di Dio USA.
E.A. Adeboye (The Redeemed Christian Church of God – http://www.rccg.org); Lisa Bevere (Messenger International – http://www.messengerinternational.org); Charles Blake (Church of God in Christ – http://www.cogic.org); Isak Burger (Apostolic Faith Mission – http://www.afm-ags.org); Glenn Burris, Jr. (Int’l Church of the Foursquare Gospel – http://www.foursquare.org); Ron Carpenter Sr. (Int’l Pentecostal Holiness Church – http://www.iphc.org); Lazarus Chakwera (Assemblies of God Malawi); Rick Ciaramitaro (Windsor Christian Fellowship – http://www.windsorchristianfellowship.com); Michael Coleman (Integrity Media – http://www.integritymedia.com); Kenneth Copeland (Kenneth Copeland Ministries – http://www.kcm.org); Margaret Court (Victory Life Centre – http://www.victorylifecenter.com.au); Raymond Culpepper (Church of God – http://www.churchofgod.org); Daniel de León (Templo Calvario – http://www.tcsocal.com); Ulf Ekman (Word of Life Church – http://www.ulfekman.org); Chady El-Aouad (Abundant Life Church and Ministries – http://www.chadyelaouad.com); Ingolf Ellssel (Pentecostal European Fellowship); Jeff Farmer (Open Bible Churches – http://www.openbible.org); David Ferguson (Intimate Life Ministries – http://www.greatcommandment.net); Jentezen Franklin (Free Chapel Church – http://www.freechapel.org); Claudio Freidzon (King of Kings Church – http://www.claudiofreidzon.com); Jonás González (Enlace- http://www.enlace.org); Mart Green (ORU Board of Trustees – http://www.martgreen.net); Prince Guneratnam (Calvary Church – >www.calvarychurch.org.my); Jack Hayford (Jack Hayford Ministries – http://www.jackhayford.org); Marilyn Hickey (Marilyn Hickey Ministries – http://www.marilynandsarah.org); Wayne Hilsden (King of Kings Community Jerusalem – http://www.kkcj.org); Al Hollingsworth (Boss Global Inc. – http://www.bossthemovement.com); Rob Hoskins (One Hope – http://www.onehope.net); Brian Houston (Hillsong Church – http://www.myhillsong.com); Cindy Jacobs (Generals International – http://www.generals.org); Young Hoon Lee (Yoido Full Gospel Church – english.fgtv.com); Dennis Lindsay (Christ for the Nations – http://www.cfni.org); Ron Luce (Teen Mania Ministries – http://www.teenmania.com); Gordon McDonald (Pentecostal Holiness Church – http://www.phcc.ca); Robert Morris (Gateway Church – http://www.gatewaypeople.com); Niko Njotorahardjo (Gereja Bethel Indonesia – http://www.hmministry.com); Oreste Pesare (Int’l Catholic Charismatic Renewal Services – http://www.iccrs.org); Gordon Robertson (Christian Broadcasting Network – http://www.cbn.com); Samuel Rodríguez, Jr. (Nat’l Hispanic Christian Leadership Conference – http://www.nhclc.org); Greg Surratt (Seacoast Church – http://www.seacoast.org); Vinson Synan (Regent University – http://www.regent.edu); Matthew K. Thomas (Central India Outreach – http://www.matthewkthomas.org); David Wells (Pentecostal Assemblies of Canada – http://www.paoc.org); Mark Williams (Church of God – http://www.churchofgod.org); Billy Wilson (International Center for Spiritual Renewal – http://www.icfsr.org); George Wood (Assemblies of God – http://www.ag.org). http://empowered21.com/index.php/leadership
Ecco alcuni di questi ‘leaders’ con cui collabora Garrison così come appaiono nella pagina web qua sopra menzionata.

Come potete vedere, c’è di tutto in questa lista: predicatori e predicatrici della prosperità e quindi servi e serve di mammona, predicatori ecumenici, donne ‘pastore’ che sono anche false profetesse, ed anche Oreste Pesare che è un cattolico romano.

E’ evidente dunque che questo Alton Garrison ha un sentimento ecumenico. E non poteva essere altrimenti, dato che come abbiamo visto è promotore di un cambiamento in peggio della Chiesa di Dio.
Alton Garrison costituisce dunque un grosso pericolo per le Assemblee di Dio, sia per quelle americane che per quelle Italiane dato che è stato invitato a parlare ai giovani a Fiuggi.
Devo però confessare che non mi meraviglio più di tanto di questo invito rivolto proprio a lui, perchè è risaputo che la ‘linea Loria’, o meglio la linea delle ADI post Toppi, è proprio quella di Garrison, che peraltro le Assemblee di Dio USA seguono già da diversi anni. E se guardate alcuni dei video che ho posto sul mio blog concernenti le Assemblee di Dio USA vi renderete conto meglio di ciò.

Dunque, anche in Italia le Assemblee di Dio sentono la necessità di un cambiamento, ma di un cambiamento in peggio, perchè sentono sempre maggiormente il desiderio di conformarsi al mondo, adottando strategie di evangelizzazione moderne che non sono bibliche, musica di adorazione nuova o meglio mondana, e così via. E chissà? Forse sentono anche la necessità di diventare ecumenici, magari per il momento solo a livello spirituale per poi passare più avanti ad un ecumenismo diciamo pratico. E chi meglio di Alton Garrison potrà confermarli in questa strada tortuosa in cui non c’è pace, e camminando nella quale ci si fa nemici di Dio?

L’apostolo Paolo disse: “Or io v’esorto, fratelli, tenete d’occhio quelli che fomentano le dissensioni e gli scandali contro l’insegnamento che avete ricevuto, e ritiratevi da loro. Poiché quei tali non servono al nostro Signor Gesù Cristo, ma al proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore de’ semplici” (Romani 16:17-18), e tra costoro c’è pure Alton Garrison perchè costui contrasta l’insegnamento degli apostoli ed usa parole dolci ma finte, e ragionamenti vani, per ingannare i santi.

Dunque, fratelli, vi esorto a guardarvi da Alton Garrison, e se avete figli non mandateli a questo raduno, perchè l’influenza che esercita costui sulle Chiese e sui pastori è diabolica. Sappiate che coloro che accettano questo suo insegnamento sul cambiamento, diventano nemici di Dio.

Una parola finale. Fratelli, è evidente che le ADI stanno peggiorando sempre di più, questo lo andiamo ripetendo da tempo, perchè i fatti lo dimostrano. La cosa più triste però è che i ‘conduttori’ non vogliono per niente cambiare in meglio, ma proseguire per la loro strada storta, in quanto sono superbi e non vogliono per niente umiliarsi davanti a Dio. Non indugiate quindi, uscite e separatevi dalle Chiese ADI che hanno come pastori uomini che non vogliono ubbidire alla Parola di Dio ma vogliono ubbidire agli uomini.

Chi ha orecchi da udire, oda.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://giacintobutindaro.org/2011/08/31/guardatevi-da-alton-garrison-che-le-adi-hanno-invitato-allincontro-giovanile-adi-ibi-di-fiuggi/

Testimonianza della conversione del fratello Nicola Iannazzo e di come il Signore ha guidato i suoi passi nel non entrare “nell’organizzazione ADI”

Fratelli nel Signore. Vorrei darvi la mia testimonianza sul come il Signore ha guidato i miei passi, sin dagli inizi della mia conversione, a non entrare mai “nell’organizzazione ADI”(Assemblee di Dio in Italia), se non poi come visitatore saltuario e occasionale in alcune comunità facenti parte d’essa…
Infatti il Signore mi preservò dal cadere nelle grinfie di quella che ormai è a tutti gli effetti un’organizzazione soggetta a regoleinsegnamenti umani anziché biblici, sin dall’inizio della mia conversione che avvenne in seguito alla venuta in Italia di un mio cugino di nome LeoLuca Schifano, che risiede nello stato di New York, più precisamente a Lakeview, vicino a Buffalo, venuto appositamente in Italia per parlarci di Gesù.

Ricordo infatti che quel pomeriggio di Luglio del 1985, mio cugino LeoLuca Schifano organizzò una riunione in un locale sotto un Bar nel paese dove risiedo (Venaria Reale, provincia di Torino) in cui invitò la sua parentela tra cui la mia famiglia composta dai miei genitori e i miei due fratelli (io allora avevo 21 anni, mio fratello maggiore 26 e il mio fratello più piccolo, ora col Signore, ne aveva 7) all’ascolto della Parola di Dio e della testimonianza della sua conversione, tra cui la guarigione dall’epilessìa, reputata dalla scienza medica malattia inguaribile, di uno dei suoi figli da parte del Signore!

Dovendo tornare in America quindi, pensò di invitare a quella riunione anche alcuni Pastori evangelici conosciuti da lui in quei giorni che sarebbero potuti essere un punto di riferimento a cui affidare coloro di noi che eventualmente avessimo voluto approfondire la conoscenza del Vangelo.

Sarebbero perciò dovuti venire un Pastore di una chiesa nascentenon ADI che si riuniva in un locale sotto un condominio dall’altra parte della città di Torino, precisamente a Nichelino, di nome Giancaspero Elia, la cui comunità si trasferì poi in Via Cuneo 9a, sempre a Nichelino; ed un anziano di nome Rendina, inviato dall’allora Pastore delle ADI di via Issiglio di Torino, Antonio Santoro, che era in contatto e collaborava con la comunità ADI del paese di Venaria che si trovava a poca distanza da casa mia.

– Foto d’epoca in cui LeoLuca Schifano predica l’evangelo ai suoi parenti in italia (Luglio 1985) –

– Il primo visibile dietro a sinistra sono io che ascolto il messaggio di predicazione (Luglio 1985) –

Ebbene quel giorno ci fu un forte temporale e a quella riunione sotto a quel Bar si presentò solo il primo pastore non ADI che divenne poi il mio pastore e che pochi mesi dopo (ad ottobre del 1985) mi battezzò in acqua in un fiume vicino Torino.

L’altro fratello, poiché non aveva la macchina, a causa del forte temporale non venne.

Non reputo affatto un caso perciò quel forte temporale che impedì a quell’anziano inviato dal pastore delle ADI d’esser anche lui presente in quella riunione in cui fui evangelizzato, ma fu piuttosto l’opera di Dio che impedì così che potessi scegliere di contattare l’anziano della comunità ADI più vicina a casa (meno di un chilometro) anziché quello la cui comunità distava circa 25 chilometri, ma che invece poi frequentai quattro volte la settimana per diversi anni.

E tutto questo a motivo del fatto che Dio avrebbe compiuto opere gloriose nella nostra vita manifestandosi potentemente in quei mesi successivi…

Infatti alla fine di quella riunione chiesi il numero di telefono di quel Pastore e ci accomiatammo. Era la fine di luglio, quindi partimmo con la mia famiglia per le ferie estive che trascorsi con un chiodo fisso che il Signore mise nella mia mente e nel mio cuore…  telefonare a quel pastore una volta tornati a Torino a settembre, cosa che feci, per saperne di più su questa “nuova religione” deciso a lasciarlo se avessi visto che si trattava di un ciarlatano o un impostore una volta conosciutolo. Ma così non fu…

Infatti nel mese di settembre a casa sua lui ci parlava come un fiume in piena dell’opera di Dio e il Signore, dopo che pregammo tutti insieme cominciò da quel giorno subito a manifestarsi glorioso visitandoci con svariati sogni notturni che mi lasciavano meravigliato e stupefatto tanto che decisi di voler subito esser battezzato in acqua in ubbidienza al comandamento del Signore, cosa che avvenne il 20 Ottobre 1985 nel fiume Ceronda.

Ma prima d’esser battezzato in acqua il Signore volle anche liberarmi, tramite l’imposizione delle mani del mio pastore nel Nome di Gesù, da un disturbo che oggi si definirebbe “psicosomatico” che mi affliggeva sin dalla mia adolescenza, ma che la Bibbia attribuisce invece a spiriti malefici (vedi Matteo 17:14,18 – Marco 9:14,29 – Luca 9:37,43), che mi tormentavano da quando avevo 11-12 anni, in quanto avveniva che ovunque mi trovassi, in strada oppure a casa o sul lavoro, avevo dei sintomi inspiegabili e difficili da descrivere in quanto sudavo freddo ed era come se mi “sdoppiassi” e “perdessi il controllo” del mio corpo, pur rimanendo lucido nella mia mente. Era terribile e temevo sempre quelle crisi improvvise!

Naturalmente lo raccontavo ai miei genitori che mi fecero fare delle visite mediche, ma nessuno mi sapeva aiutare. Gli encefalogrammi non riscontravano nulla di anomalo ed i medici mi diagnosticavano tutto ciò solamente come facente parte di carenza vitaminica e bisogno di ricostituenti essendo io nella fase dello sviluppo, lasciandomi nello sconforto più assoluto. Quando avvenivano quei sintomi però erano tremendi, avevo paura, temendo di non poter più ritornare a riprender il controllo di me rimanendo in quello stato di “distacco” e “sdoppiamento” tra la mia mente ed il mio corpo…

Tutto questo fino alla testimonianza della mia guarigione da parte del Signore che racconto così come trascrissi su un diario i giorni seguenti la liberazione, che riporto di seguito:

“…Eravamo riuniti ad uno studio sul buon comportamento a casa del fratello Donato Petruccelli, e il fratello Elia ci stava spiegando le nostre regole sul matrimonio, quando improvvisamente comincio a sudare freddo e sentire in me qualcosa, quel qualcosa che mi portavo dentro da molti anni… mi sento male, e mentre stavo soffrendo capì che cos’era… uno spirito malefico! Si ribellava perché sapeva che io volevo cambiare padrone, volevo Cristo Gesù nel mio cuore, nella mia vita e che volevo battezzarmi.

Allora ho interrotto il fratello Elia e ho rivelato a tutti quel che mi stava accadendo in quel momento, e il fratello Elia con tutti i fratelli e sorelle hanno pregato per me. Il fratello mi disse di inginocchiarmi e di pregare il Signore. Mi sono inginocchiato al Signore ed ho chiesto perdono nel Nome di Gesù anche di peccati di divinazione da me commessi nel passato, e dopo che il fratello mi ebbe imposto le mani, sgridò lo spirito immondo nel Nome di Gesù e quello spirito è andato via!!! Gloria al Signore, quale leggerezza mi son sentito nel cuore dopo tutti quegli anni nel quale non sapevo neppure dare un nome a quella “presunta” malattia! Ecco, grido “benedetto sia il Nome del Signore!”.  Lui mi ha guarito e io lo amo! E poi piansi di gioia che non riesco a descrivere. Grazie Signore Gesù!”.

Questo è quanto trascrissi su carta per la gioia, una volta giunto a casa dopo quella riunione serale di preghiera in cui mi furono imposte le mani e sgridato quello spirito maligno. Ma la vera liberazione doveva ancora avvenire ed avvenne da li a poco quando mi coricai per dormire. Questo è il resoconto di ciò che mi avvenne una volta giunto a casa, come lo trascrissi nel mio diario:

“Si, proprio la fede d’esser guarito, mi ha guarito. Infatti alla sera giunto a casa, dopo essermi inginocchiato ho pregato il Signore e l’ho ringraziato per avermi liberato, piangendo, e mentre dicevo il Padre Nostro (Nota: erano solamente due mesi circa che venivo ammaestrato nella Parola di Dio e non sapevo ancora pregare), ecco… sento un suono acuto nella mente tipo acufene, ma non badandoci troppo terminai di pregare e mi coricai ancora piangendo, mentre i miei familiari erano già a letto.

Cominciai però a sentirmi strano, inquieto, non riuscivo ad addormentarmi, quando tutto ad un tratto… Cominciai a sussultare e tremare violentemente, un freddo improvviso m’avvolse, senso di nausea, cominciai a tossire come a voler rimettere e tutto girava vorticosamente intorno a me. Qualcosa di soprannaturale mi stava accadendo poiché fu tutto così improvviso e non capivo che il Signore stava proprio costringendo quello spirito immondo ad andarsene da me (vedi l’esempio del fanciullo di Marco 9:26 in cui quello spirito uscì “…straziandolo forte” , e lasciandolo“…come morto”). Allora cominciai a pregare e ordinavo a quello (o quei… chi poteva saperlo?) spirito ad andarsene nel Nome di Gesù. Stavo sempre molto male ma ero cosciente e non mi abbattei nello spirito. Cercai di sollevarmi dal letto mentre tremavo forte per recarmi in bagno ma tutto girava intorno a me e caddi per terra vicino al letto. Non riuscivo nemmeno più ad orientarmi, alla porta non riuscivo ad arrivare, il letto non lo trovavo più e nemmeno il tavolino al centro della stanza. Brancolavo, mi agitavo ma non serviva allora mentre ero a terra mi inginocchiai nuovamente e ricominciai a pregare. Allora dissi nuovamente il Padre Nostro ed avvertendo un leggero miglioramento riuscii a solevarmi e recarmi in bagno ancora tutto tremante. Accesi la luce ma vedevo sempre buio, ci volle un po perché ritornassi a vedere; avevo la pelle d’oca (m’impressionò) e gli occhi tutti venati e rossi, facevo paura a vedermi. Nessuno in casa si accorse di nulla di ciò che m’avvenne poiché stavan tutti dormendo, allora mi ricoricai e pur con tre coperte ebbi freddo tutta la notte. Il giorno dopo mi sentii a pezzi, ero uno straccio, ma confidai nel Signore che la vera liberazione era avvenuta proprio in quei momenti anziché a casa di quei fratelli la sera prima, ed alla sera successiva stavo già meglio.”

Dalla sera prima in cui stetti male a casa di quel fratello e che fu pregato per me a tutt’oggi, non ebbi mai più quegli strani ed inspiegabili sintomi che più di venticinque anni dopo sono solo dei brutti ricordi!

Dio fu misericordioso con me guarendomi e liberandomi da ciò che mi opprimeva sin dalla mia adolescenza. Il 20 Ottobre del 1985 scendevo nelle acque battesimali con la conferma che Dio era reale, vivente, potente, meraviglioso, ed ancora pronto a guarire e liberare proprio come è scritto nei Vangeli ai tempi in cui camminava fra gli uomini, 2000 anni fà! Gloria a Dio!

Nessuno poteva convincermi del contrario!

Eppure nei mesi seguenti cominciarono le lotte da parte di chi non mi sarei mai immaginato… Ricordo infatti che sapendo che con la mia famiglia ci eravamo convertiti al Signore, alcuni membri ADI ed anche altri non ADI di altre comunità evangeliche vicine, venivano a farci visita a casa dicendoci: “Ma perché andate così lontano al culto? Perché non venite da noi? Perché non andate a Venaria?”. Ed ancora: “State attenti al pastore dove andate… è un falso profeta! Vi spilla i soldi…”. E quando testimoniavo loro della mia guarigione c’era chi diceva: “State attenti fratelli… anche il diavolo opera!”.
Ma come se non bastasse la liberazione da parte di Dio successiva all’imposizione delle mani del fratello Elia Giancaspero, che veniva reputato da costoro un falso profeta, il Signore mi confermava continuamente in sogno (sia a me che a mia madre) che invece era un suo fedele servitore ed anche di non andare non solo nelle ADI, ma neppure in nessuna delle altre comunità vicine non ADI!

In quel periodo infatti sognavamo spesso che schiacciavamo serpenti e scorpioni che volevano morderci, e i sogni erano di un’intensità e realismo unici! Spesso alla notte sognavamo questi combattimenti e il giorno dopo ricevevamo le visite di “sorelle” che cercavano di dissuaderci dal frequentare la comunità di Nichelino e di andare in quella delle ADI.

Ma una notte di quei primissimi mesi che frequentavo la comunità di Nichelino, dopo aver chiesto a Dio in preghiera conferma se era proprio li che dovevamo andare, udii una voce in sogno (il Signore successivamente si è compiaciuto di parlarmi altre volte in sogno, solo a Lui la Gloria!) che mi disse perentorio: “Sono Io che ho mandato voi o siete voi che avete mandato Me?”.Naturalmente il Signore mi fece poi comprendere anche il perché di questa Sua volontà.

Ad esempio se avessi frequentato sin dall’inizio una di queste comunità evangeliche delle Assemblee di Dio, non avrei mai realizzato quella potente liberazione raccontata innanzi e nemmeno altre guarigioni non solo mie ma anche dei miei familiari perché questo (seppi poi), non era applicato in tutte le ADI, dato che ufficialmente per loro il Signore “guidava” anche la mano dei medici e “benediceva” le medicine. Quindi in seno alle ADI non c’è alcun bisogno di unzione dell’olio, imposizione delle mani e confessione dei peccati per esser guariti! Basta ricordare che Francesco Toppi (ex presidente delle ADI) insegna (vedi Link) addirittura che Luca somministrava certamente qualche calmante a Paolo quando la scheggia nella sua carne diventava più dolorosa (cfr. Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 139)!!!

Si la mia fede nelle ADI sarebbe stata indebolita anziché fortificata e dubito fortemente che qualcuno mi avrebbe ammaestrato, imposto le mani e scacciato i demoni “nell’organizzazione”!

Non parliamo poi delle altre dottrine errate insegnate nel loro mezzo, di cui potete leggerne alcune in questo Link.

Ricordo poi un’altro dei sogni che feci molti anni fa e che reputai da parte di Dio per il suo contenuto. Il sogno era questo che riporto come lo trascrissi sul mio diario:

“Mi vedevo che parlavo a dei responsabili di diverse denominazioni, e io li rimproveravo ricordandogli che noi non dobbiamo insistere ad enfatizzare il nome delle denominazioni, perché l’unico nome che noi troviamo nella Sacra Scrittura riguardo ai credenti è quello di “Cristiani”, citando Atti 11:26 “Ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.” Citandogli anche gli scritti di Pietro in 1° Pietro 4:16. Gli dicevo anche: “Gli statuti e i nomi delle denominazioni li richiedono gli uomini del mondo ma noi non dobbiamo dichiararci secondo l’etichetta di questa o quella denominazione! Noi siamo “Cristiani”! Noi siamo “Cristiani!”.”

Successivamente a questo sogno reputato da me da parte di Dio quindi, e poi vedendo com’è strutturata l’organizzazione ADI, frutto del loro Statuto, fui spinto quindi nel 1988 a scrivere indignato a Francesco Toppi in seguito ad un articolo letto su “Cristiani Oggi” anno VII – N.9 – 1/15 Maggio 1988, facendogli notare che il loro linguaggio ripetuto continuamente con orgoglio: “…noi delle ADI, noi delle ADI” era per me (e lo è tuttora) un modo d’esprimersi che poteva diventare settario ed esclusivista. Toppi però ne fece poi un articolo nel libro “A domanda risponde” Vol. III Pag.81 estrapolando pochissime righe della lettera che gl’inviai (a pag.82) intitolandolo: “Qualcuno afferma che c’è settarismo nelle nostre chiese, è vero?”.
Intanto però il linguaggio “esclusivista”, enfatizzando l’appartenenza ad una denominazione lo fa diventare settario, eccome! Inoltre lo Statuto di cui si vantano ha di fatto poi creato una vera e propria separazione tra loro e quelli di fuori… con tutti gli altri danni ch’esso ha recato (vedi Link al riguardo)!

Ho spesso riflettuto sul come mai con tutti gli evangelici che c’erano intorno a me il Signore mi ha fatto pervenire il Vangelo da qualcuno addirittura dall’america e di come poi Lui ha guidato tutti gli eventi (meteorologici compresi) successivi.

Oggi naturalmente capisco il perché e dò Gloria a Dio!

Negli anni successivi ho avuto dei giorni felici nel servizio per il Signore dove collaboravo col fratello Elia Giancaspero nella predicazione e nella presidenza dei culti quando lui era impossibilitato a farlo facendo i turni come operaio alla Fiat, e pur con le difficoltà incontrate a motivo della distanza da casa mia al locale di culto (venticinque chilometri circa all’andata e venticinque al ritorno, quattro volte la settimana) e spesso dopo una pesante giornata di lavoro in una piccola tipografia vicino casa, Iddio mi sosteneva e incoraggiava col Suo Santo Spirito. Ricordo che a volte aprivo il culto così stanco che presiedevo sostenuto unicamente dallo Spirito del Signore. Spesso non avevo nemmeno idea di cosa avrei dovuto predicare, ma il Signore mi aiutava a portare ugualmente poi dei messaggi di predicazione per l’utilità e l’edificazione dei santi.

– Agape fraterna in occasione di battesimi al fiume – io sono seduto a terra – Il Pastore Elia Giancaspero è il fratello con la camicia azzurra seduto vicino –

– Il fratello Mauro Dota e io battezziamo il fratello Isaldo Fracassi –

– Il fratello Mauro Dota e io battezziamo il fratello Isaldo Fracassi – 2 –

Ho perciò dei bei ricordi di comunione fraterna dove era forte il desiderio di servire il Signore e far conoscere a tutti la Sua Parola, la Sua Grandezza, i Suoi Insegnamenti e l’annuncio del ravvedimento al mondo, misti a momenti di difficoltà causati dagli impegni e i doveri che la vita ci impone. Mentre il Signore mi rivelava continuamente di stare sereno.

Ricordo per esempio, quando ebbi in cuore di far stampare (allora lavoravo in una piccola tipografia in cui iniziai a lavorare a 16 anni) degli adesivi gialli fosforescenti di evangelizzazione 11 x7,5 cm da attaccare ovunque (ne feci stampare 15.000 circa a mie spese che regalai a credenti di diverse denominazioni) e perciò chiesi a Dio di darmi dei versi da includervi dalla Sua Parola.

– Adesivi di evangelizzazione che avevo distribuito a credenti di varie denominazioni –

Una notte in sogno sentii però questa voce: “Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò pietà di chi vorrò aver pietà!”.

Il Signore mi fece capire quindi che non erano i miei sforzi che avrebbero potuto convincere alcuno di peccato. Nonostante ciò il Signore mi accontentò, infatti sempre in sogno un’altra notte sentì un’altra voce che mi citava dei versi biblici: “Salmo 115:4,8″ e “Atti 4:12″.

Quando li lessi detti gloria a Dio, infatti il primo parlava contro l’idolatrìa mentre il secondo verso diceva: “e in nessun altro (Gesù) è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, affinché siano salvati” (Atti 4:12). Così reputai che Dio volle esaudire quella mia richiesta ed inserii quei passi biblici su quegli adesivi.

Qualche tempo dopo ebbi in cuore di acquistare alcuni macchinari per stampare materiale evangelistico da diffondere per la divulgazione della Parola di Dio. E la comunità Evangelica di Nichelino contribuì anche economicamente all’acquisto di quei macchinari che misi in un locale di casa. Così acquistai una Pedalina Tipografica, una PianoCilindrica, un Tagliacarte a volano manuale e dei banconi con i caratteri tipografici da alcune tipografie di Torino che avevano chiuso, pensando di comporre con i caratteri tipografici i testi piccoli e facendo fare le matrici in linotype per i testi più lunghi. Naturalmente i Personal Computer in quegli anni erano agli albori e molto costosi ed il Desktop Publishing era solo agli inizi.

L’iniziativa però, si concluse poi in un vero e proprio fallimento!

– La Pedalina Tipografica in un locale di casa –

– Composizione manuale del testo con i caratteri tipografici –

– Alcuni stampati evangelici –

– La PianoCilindrica Tipografica in primo piano e la Pedalina in fondo –

– Volantino evangelistico sulla Pedalina Tipografica –

Ricordo che in quei giorni il Signore mi diede questo sogno: Io mi vedevo nella tipografia dove lavoravo ed ero insieme ai miei due titolari che guardavano alcuni opuscoli evangelici da me stampati, e dopo averli guardati mi chiesero se intendessi stampare lavori commerciali, ma io gli dicevo: “Iddio me ne liberi! io voglio stampare solo messaggi evangelici e non a scopo di lucro”.

Naturalmente poi sul lavoro volli raccontare il sogno ad uno dei miei titolari che senza dirmi nulla sorrise. Chissà se il Signore volle così dissipare qualche cattivo pensiero da parte dei miei ex datori di lavoro…

Devo ammettere però che quell’esperienza fu un vero e proprio disastro! Infatti stampai pochissimi volantini a motivo del tempo ridotto che avevo a disposizione, essendo impegnato otto/nove ore al giorno col lavoro secolare e a motivo del compito di predicare in comunità, con la responsabilità che ciò richiedeva. Scoprii che non riuscivo a produrre nulla e che per stampare un volantino occorreva molto tempo già solo per la composizione tipografica, tanto che ero perplesso e sconcertato e mi chiedevo se non avessi fatto meglio ad acquistare una macchina offset, con una spesa leggermente superiore. Ma ero preoccupato, tanto che in comunità pregai per questo mio desiderio che vedevo non produrre alcun risultato sentendo il peso dell’aver fatto spendere dei soldi inutilmente ai miei fratelli che probabilmente si chiedevano come mai stampavo poco o nulla.

Così, durante una riunione di preghiera levai a Dio la mia preghiera ed il mio peso per questa piccola tipografia, e un giovane della comunità disse di aver avuto una visione quando facevo la mia richiesta. Questo è ciò che disse d’aver visto:

“Un uomo bianco con una tromba d’argento su una lunga strada bianca, con in fondo una bandiera rossa, bianca e verde”.

Era il 1989, cioè 22 anni fa. Qualche anno dopo avevo venduto tutti i macchinari e dimenticato quella profezia.

Attraversai dei momenti terribili, ero stanco e deluso. E pur rimanendo in buoni rapporti dissi al fratello Giancaspero Elia che non ce la facevo più a frequentare quella comunità, così ne uscii, senza sapere dove il Signore mi avrebbe condotto.

Non sapevo il perché ma avevo sempre un verso nella mia mente:“Io percoterò il pastore e le pecore saranno disperse” (Marco 14:27). Difatti i miei genitori col mio fratellino minore che venivano con me nella comunità evangelica di Nichelino decisero così di andare proprio nella comunità ADI vicino casa la quale il Signore non permise che fosse la comunità in cui iniziare il nostro percorso di fede. Ed io non me la sentii di impedirglielo lasciandoli liberi e indipendenti nelle loro decisioni.

Nel 1994 perdetti mio fratello minore in un incidente stradale con la sua prima uscita in motorino con gli amici. Aveva 17 anni e l’avevo visto crescere come un figlio essendoci 14 anni di differenza tra noi. Non ero riuscito a impedire che andasse a quella gita e mi sono sempre rimproverato di non essermi imposto con lui e con mio padre (che mio fratello con insistenza persuase a lasciarlo andare) proibendogli di andare. Ma Dio aveva deciso di prenderlo a se per motivi a me ignoti. L’anno successivo mi licenziai dalla tipografia dove lavoravo a causa della mia delusione per un rimprovero che reputai ingiusto da parte di uno dei miei titolari, per andare in un altra tipografia dove stetti anche peggio. Infine nel 1997 trovai lavoro in una grande industria Litografica dove attualmente sono addetto piega di una rotativa da 80 pagine, con orari misti che includono anche la notte.

Spiritualmente, pur non abbandonando mai la fede in Dio, ho però attraversato degli anni in cui mi sono letteralmente assopito, vivendo la fede senza più quell’entusiasmo e quello zelo iniziale in cui vedevo Dio operare e manifestarsi glorioso nella mia vita. E pur visitando alcune denominazioni ADI e non ADI per non isolarmi dagli altri fratelli in Cristo non sono mai riuscito a trovarmi a mio agio a motivo delle dottrine antiscritturali in esse insegnate finendo anch’io per rassegnarmi a questo stato di fatto.

Nonostante ciò, non ricevevo mai la conferma da parte di Dio di inserirmi definitivamente in qualcuna di queste comunità. E gli anni passavano un po qua e un po là, chiese dei Fratelli, chiese Apostoliche, chiese libere pentecostali, e saltuariamente anche chiese ADI… sempre spento e demotivato. In una parola mi ero addormentato spiritualmente!

Nel 1998 mi sposai ed il Signore mi diede un figlio a cui detti il nome Andrea, con cui Iddio mi consolò parzialmente della perdita del mio fratellino.

Qualche anno dopo, le mie delusioni con alcuni membri delle ADI proseguirono, come ho raccontato in un’altra testimonianza.

E così arriviamo a pochi anni fa, in cui trovai un sito cristiano su Internet. Era il sito: “http://www.lanuovavia.org/dei fratelli Giacinto e Illuminato Butindaro, che riaccese in me la gioia nel vedere finalmente dei fratelli in Cristo insegnare la sana dottrina e denunciare apertamente gli errori dottrinali del mondo evangelico pentecostale e non pentecostale senza riguardi personali e senza timore degli uomini, attraverso questo nuovo strumento, il web, che entrava in tutte le case senza imporsi ma lasciando nella libertà gli individui di poter esaminare se le cose dette erano veramente comprovate dalle Sacre Scritture oppure no. Attraverso quel sito e gl’insegnamenti del fratello Giacinto ho potuto apprendere e approfondire anche cose che non avevo compreso appieno, come la dottrina del proponimento dell’elezione di Dio, sebbene Iddio mi avesse personalmente parlato in sogno, come ho già raccontato, dicendomi che avrebbe fatto grazia e avuto pietà a chi avrebbe voluto Lui!

Ed è nel luglio del 2010 che senza che me ne accorgessi, il Signore si stava accingendo ad adempiere quella profezia di 22 anni prima, in quanto entrando in contatto col fratello Giacinto e senza che lui sapesse nulla di tutto ciò, mi invitò ad aprirmi un blog su Internet di modo che potessi diffondere anch’io i temi della Parola di Dio su più vasta scala, anziché solo via facebook. E questo senza mai una volta dirmi cosa dovessi o non dovessi inserire negli articoli. Posso infatti testimoniare che sebbene l’incoraggiamento ad aprire questo sito come ho già scritto, sia venuto da lui, mai una volta egli ha esercitato pressioni su di me sul contenuto da inserirvi in esso! E’ solamente perché condivido in pieno i suoi ammaestramenti avendone predicati anch’io, che li diffondo con pienezza di convinzione!

Una cosa però è certa. Mai avrei potuto immaginare che la profezia in cui per me fu vista quella lunga strada bianca (avanti nel tempo) con la tromba d’argento (simbolo di proclamazione dell’evangelo) e con in fondo una bandiera rossa, bianca e verde (la nazione italiana), sarebbe avvenuta 22 anni dopo nonostante me ne fossi perfino dimenticato, attraverso un Computer ed un sito Internet, anziché attraverso una Pedalina o una PianoCilindrica Tipografica!

A Dio soltanto sia tutta la Gloria e l’Onore poiché Egli ne è Degno!

Nicola Iannazzo

____________________________________________________________________________________

“Io ho annunziato, salvato, predetto, e non è stato un dio straniero che fosse tra voi; e voi me ne siete testimoni, dice l´Eterno: Io sono Iddio. Lo sono da che fu il giorno, e nessuno può liberare dalla mia mano; io opererò; chi potrà impedire l´opera mia?”(Isaia 43:12,13)

“Ci sono molti disegni nel cuor dell´uomo, ma il piano dell´Eterno è quello che sussiste.” (Proverbi 19:21)

____________________________________________________________________________________

Tratto da : http://nicolaiannazzo.wordpress.com/2011/02/16/%E2%97%8F-testimonianza-della-mia-conversione-e-di-come-il-signore-ha-guidato-i-miei-passi-nel-non-entrare-nellorganizzazione-adi/

 

 

 

 

Le ADI hanno aperto la porta alle ere geologiche, e quindi alla teoria dell’evoluzione della terra

Le Assemblee di Dio in Italia hanno aperto la porta alle ere geologiche della terra, in quanto ammettono che i sei giorni della creazione descritti nel capitolo 1 del libro della Genesi possono riferirsi ad ere geologiche.
Ecco infatti cosa si legge nel Nuovo Commentario Biblico Illustrato, di Merrill Unger, riveduto, aggiornato ed ampliato dal Prof. Gary N. Larson, e che è stato ‘tradotto’ dalle ADI ed ha la prefazione di Francesco Toppi (ex-presidente delle ADI): ‘I sei giorni della creazione in Gen. 1 possono rappresentare: (1) letteralmente giorni di 24 ore di creazione; 2) letteralmente giorni di 24 ore di rivelazione divina della creazione; (3) ere geologiche estese o epoche preparatorie per il successivo insediamento da parte dell’uomo; oppure (4) uno schema di rivelazione per riassumere l’attività creativa di Dio, affermando che ‘in Lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili’ (Col. 1:16)’ (Merrill F. Hunger – Gary N. Larson, Nuovo Commentario Biblico Illustrato, ADI-Media, 2009, pag. 37-38). Quindi le ADI ammettono che la teoria che sostiene che Dio dopo avere creato la materia la fece ordinare e disporre nel corso di secoli innumerevoli, lunghi periodi geologici – che peraltro è sostenuta anche dalla Chiesa Cattolica Romana – possa avere una base biblica.
Ecco che cosa leggono molti credenti anche qui in Italia in questo Commentario Biblico, che ha ‘l’imprimatur’ delle ADI, a proposito dei 6 giorni della creazione descritti nella Genesi: che essi possono rappresentare ere geologiche estese. Questi sono vani ragionamenti, imposture che non hanno nulla a che fare con la verità. E noi dinnanzi a queste parole che rodono come fa la cancrena non possiamo starcene in silenzio ma vogliamo levare la nostra voce contro di esse e dimostrarne la falsità.

Nel libro della Genesi a proposito della creazione sono scritte per ben sei volte queste parole: “Così fu sera, poi fu mattina;…” (Genesi 1:5,8,13,19,23,31), e dopo di esse, ogni volta, il numero del giorno che si compì. Ma questi giorni furono giorni di ventiquattro ore come quelli di adesso; nè più nè meno. Perché diciamo questo? Perché quando Dio scrisse le dieci parole sulle tavole scrisse col suo dito quanto segue: “Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fà in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’é l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, nè tu, nè il tuo figliuolo, nè la tua figliuola, nè il tuo servo, nè la tua serva, nè il tuo bestiame, nè il forestiero ch’è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato” (Esodo 20:8-11).
Come potete vedere, Dio disse al popolo d’Israele che Lui in sei giorni aveva creato i cieli, la terra, il mare e le cose che sono in essi, in altre parole che Egli compì l’opera delle sue mani (così è definito il creato) in sei giorni; per cui quei sei giorni non potevano non essere letterali giorni di ventiquattro ore perché Egli dice poco prima agli Israeliti di lavorare sei giorni e di fare in essi ogni loro opera. Come avrebbe infatti Dio potuto dire agli Israeliti di lavorare sei giorni prenden¬do come esempio Lui che aveva lavorato sei giorni per compiere la sua opera, se ciascuno di quei giorni in cui Lui aveva lavorato fosse stata un’era geologica? Non sarebbe stata una menzogna? Certo che lo sarebbe stata! Ma Dio disse il vero quando disse che aveva creato i cieli, la terra e il mare e tutto ciò che è in essi in sei giorni cioè in poco meno di una settimana. E siamo sicuri che quando Mosè e gli Israeliti sentirono dire a Dio queste parole, essi accettarono i sei giorni della creazione in senso letterale e non in senso simbolico. Mentono invece tutti quei credenti che dicono che quei giorni erano o possono essere delle ere geologiche per cercare di conciliare quello che dicono i geologi con quello che dice la Parola di Dio, in quanto essi hanno deciso di spiegare la Parola di Dio non usandosi della Parola di Dio (perché noi sap¬piamo che la Scrittura spiega la Scrittura), ma con i libri degli scienziati; insomma hanno cercato di fare ubbidire la Parola di Dio alle teorie fantastiche e prive di fondamento di molti scienziati che hanno stimato l’età della terra in circa 4,5 miliardi di anni, quando la terra, secondo dei calcoli biblici non ha che circa seimila anni.

I giorni di cui parla la Scrittura nella creazione non sono ere ma giorni di 24 ore anche per questa ragione: perché quando Dio disse all’uomo circa il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male: “Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai” (Genesi 2:17), intese dire che egli sarebbe morto nel giorno stesso che ne avrebbe mangiato e non in un periodo di tempo più lungo come per esempio mille anni, il che avrebbe significato che Adamo sarebbe morto durante mille anni. Qualcuno dirà: ‘Ma Adamo in effetti morì a novecentotrent’anni!’ (cf. Genesi 5:5). Sì, egli morì fisicamente a novecen¬totrent’anni, cioè diversi secoli dopo avere peccato, ma spiri¬tualmente morì quello stesso giorno solare in cui disubbidì a Dio mangiando di quel frutto proibito. Questo è confermato dal fatto che gli occhi a lui e ad Eva si aprirono appena mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, e dal fatto che la Scrittura dice che l’uomo e la donna “udirono la voce dell’Eterno Iddio, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino” (Genesi 3:8). Di quale sera parla la Parola? Della sera di quello stesso giorno in cui l’uomo e la donna peccarono.

Poi c’è un’altra ragione che ci fa dire che i sei giorni della creazione non furono lunghe ere geologiche, ma giorni di 24 ore: perchè la Bibbia dice che Dio “si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta” (Genesi 2:2-3). Infatti, se ammettessimo che i sei giorni sono delle ere, dovremmo ammettere pure che il settimo giorno in cui Dio si riposò fu un’era! Ma questa interpretazione andrebbe a contrastare quello che Dio stesso disse agli Israeliti il giorno che gli diede i dieci comandamenti, a proposito del giorno del riposo: “… poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato” (Esodo 20:11). Come potete vedere infatti Dio parlò sia dei sei giorni della creazione che del settimo giorno in cui Egli si riposò: settimo giorno che Egli benedisse e santificò, e per questa ragione comandò agli Israeliti di riposarsi in quel giorno.

Come potete vedere fratelli da qualsiasi lato si esamina la questione dei giorni della creazione si arriva sempre alla conclusione che essi furono giorni di 24 ore come i nostri.

I sostenitori di questa teoria dei sei giorni quali sei ere o lunghi periodi di tempo generalmente si appoggiano sulle seguenti parole di Pietro: “Ma voi diletti, non dimenticate quest’unica cosa, che per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Pietro 3:8); ma Pietro non ha detto che un giorno per il Signore è mille anni, ma è come mille anni, il che è differente. E non ha detto neppure che mille anni sono un giorno, ma come un giorno, per il Signore, il che è differente. Questo lo si deduce anche dal contesto in qui Pietro dice queste parole; egli vuole infatti fare capire ai credenti che il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa benché siano passati molti anni da che Egli promise di tornare; e li esorta ad essere pazienti ricordandogli che Dio misura il tempo in una maniera completamente differente da come facciamo noi. Che questo sia il vero significato delle parole di Pietro si deduce anche da questa similitudine fatta da Mosè: “Perché mille anni, agli occhi tuoi, sono come il giorno d’ieri quand’è passa¬to, e come una veglia nella notte…son come un sogno. Son come l’erba che verdeggia la mattina; la mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è segata e si secca” (Salmo 90:4,5-6). Mille anni agli occhi di Dio quindi non sono solo come un giorno, ma anche come una veglia nella notte, come un sogno, come l’erba che dalla mattina alla sera si secca, in altre parole, essi sono poca cosa.

Infine vorrei dire quest’altra cosa che ritengo anch’essa importante. Le ADI, ammettendo che i sei giorni della creazione possano essere ere geologiche, aggiungono confusione a confusione, in quanto le ADI sostengono pure la gap-theory, che Francesco Toppi ha spiegato così su Cristiani Oggi: ‘Nel principio Iddio creò i cieli e la terra, e la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia della terra, e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque (Genesi 1:1-2). Genesi 1:1: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra” non descrive il primo passo della creazione, non si riferisce alla creazione dal nulla della materia informe, ma ad una creazione perfetta: “i cieli e la terra”. (…) Questa creazione fisica originale risulta completa in sé, come tutte le cose che Dio crea, anche se di questa prima creazione non si conoscono i particolari. (…) Genesi 1:2 sarebbe il risultato di una distruzione di una catastrofe e sottintende un risultato di un episodio della “protostoria” dell’universo. A questa iniziale creazione originale di Genesi 1:1 sarebbe seguita da un periodo indeterminato di tempo, al quale possono corrispondere tutte le ere geologiche di miliardi di anni, attualmente rilevati con mezzi radiometrici (…) Il grande cataclisma che ridusse la terra “informe e vuota e le tenebre coprivano l’abisso” dev’essere stato un evento di portata cosmica e quindi può riferirsi soltanto alla ribellione di Satana, alla sua espulsione dal cielo e alla sua caduta sulla terra’. (…) Di conseguenza Genesi 1:3-31 descrive la “ri-creazione” durante la quale il Creatore, ricostruì dalla materia informe della creazione originale preesistente la creazione adamica’. (Cristiani Oggi, 1988 N° 4, pag. 2). Questa interpretazione ‘permette di affermare che la Bibbia non contrasta con la scienza’ (Ibid., pag. 2). Teoria che le ADI confermano nel Nuovo Commentario Biblico dove si legge: ‘La frase: ‘Ora la terra era informe e vuota’ è stata resa: ‘E la terra divenne …’ per descrivere una visitazione caotica del giudizio divino sulla terra originale. Ora, sembra improbabile che Dio abbia creato qualcosa di caotico e disordinato. Pertanto, non è da escludere che tra Gen. 1:1 (prima creazione) e Gen. 1:2 (seconda creazione) si sia verificato qualcosa che abbia provocato quel disordine. Anche se la struttura della teoria Restituzionista ha sempre meno sostenitori, essa si presenta come potenziale spiegazione per il giudizio di Satana e per le scoperte della scienza moderna, che suggeriscono lunghe ere geologiche nella preistoria della terra’ (Nuovo Commentario Biblico Illustrato, pag. 37).
Stando così le cose, dunque, cioè che tra Genesi 1:1 e 1:2 si possono collocare ‘tutte le ere geologiche di miliardi di anni, attualmente rilevati con mezzi radiometrici’, e che i sei giorni della creazione furono giorni di ‘ri-creazione’ ma che questi possono rappresentare ere geologiche, il quadro che ne viene fuori è che ci furono ere geologiche anche prima che iniziassero i sei giorni della ‘ri-creazione’! Fu insomma un susseguirsi di lunghe ere geologiche!! Fratelli, affermare queste cose significa annullare la Parola di Dio con profane ciance e creare una grande confusione nella mente dei credenti, confusione che andrà via via aumentando con il tempo perchè le profane ciance conducono sempre ad altre profane ciance, in quanto rodono come fa la cancrena.

Fratelli, nessuno dunque vi seduca con vani ragionamenti, e state molto attenti perchè le ADI hanno preso una china pericolosissima che in un futuro più o meno vicino potrebbe portarle ad ammettere la possibilità anche di una evoluzione umana del tipo di quella che ha accettato la Chiesa Cattolica Romana, che sostiene che Dio mediante uno speciale intervento è causa principale del corpo umano, ma si è servito di un bruto come di materia e strumento; in altre parole, che ‘l’uomo è frutto, a un tempo, dell’evoluzione biologica e di un concorso particolare creativo di Dio’, perché si è evoluto da un essere inferiore creato da Dio. Lo ripeto, fratelli, state molto attenti, vigilate.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2011/01/21/le-adi-hanno-aperto-la-porta-alle-ere-geologiche-e-quindi-alla-teoria-dellevoluzione-della-terra/

ADI: Gesù quando morì non andò a predicare ai morti

Introduzione

L’apostolo Pietro ha scritto: “Poiché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, egli giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio; essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato quanto allo spirito; e in esso andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca” (1 Pietro 3:18-20).
Commentando queste parole, Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, ha scritto: ‘L’interpretazione che non scalfisce alcun insegnamento della dottrina biblica, che tra l’altro è stata sostenuta da scrittori cristiani come Agostino e Beda il Venerabile, è quella che i versetti succitati non si riferirebbero alla discesa di Cristo nell’Ades, che come vedremo è provata da molti altri testi biblici, ma piuttosto al fatto che il Signore Gesù Cristo, prima ancora della Sua incarnazione, per quello Spirito che Lo risuscitò dai morti, per mezzo di Noè, predicò alla generazione corrotta prima del diluvio che ora si trova nell’Ades in attesa di giudizio. Noè, “… predicatore di giustizia …” (II Pietro 2:5), fu lo strumento attraverso il quale Cristo predicò agli uomini prima del diluvio, purtroppo senza risultati perchè non si convertirono in quel tempo, mentre Dio pazientava per condurli a ravvedimento …. Alla luce di questa interpretazione si può concludere che i succitati testi si riferiscono soltanto allo Spirito di Cristo, il Quale, per mezzo di Noè, esortò i contemporanei prima del diluvio a ravvedersi’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, Seconda Edizione 2004, pag. 42-43).

Questa interpretazione è falsa e lo dimostreremo subito.

Confutazione

Non può essere affatto che quei morti a cui si riferisce Pietro e a cui Cristo andò a predicare fossero delle persone vive fisicamente ma morte spiritualmente vissute al tempo di Noè – che furono esortate a ravvedersi dallo Spirito di Cristo per mezzo di Noè – per i seguenti motivi.

1) La Scrittura dice che Cristo andò a predicare dopo essere “stato messo a morte quanto alla carne”; quindi è da escludersi che questa sua predicazione sia stata effettuata da Lui (o meglio dallo Spirito di Cristo) per mezzo di Noè alla sua generazione prima che Egli si incarnasse. In altre parole qui si parla di una predicazione fatta da Cristo dopo che Egli morì quanto alla carne, e non di una predicazione fatta prima della Sua morte o prima della Sua venuta nel mondo.

2) La Scrittura dice che Cristo nello spirito andò a predicare a degli spiriti ritenuti in carcere; notate infatti che Pietro parla di spiriti che furono ribelli ai giorni di Noè e che quando Cristo fu messo a morte erano custoditi in un carcere, carcere che noi sappiamo è sotterraneo. Infatti in Isaia è scritto: “In quel giorno, l’Eterno punirà nei luoghi eccelsi l’esercito di lassù, e giù sulla terra, i re della terra; saranno raunati assieme, come si fa dei prigionieri nel carcere sotterra; saranno rinchiusi nella prigione, e dopo gran numero di giorni saranno puniti” (Isaia 24:21-22) e sappiamo essere l’Ades. Quindi coloro a cui Cristo andò a predicare erano dei morti che erano stati ribelli mentre ancora in vita. Questo è confermato da Pietro più avanti quando dice che “per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti” (1 Pietro 4:6); notate quel “anche ai morti” perchè esso conferma che qui si parla di persone già morte fisicamente. Per questa ragione è da escludersi che si sia trattato di persone che quando sentirono la predicazione di Cristo erano vive fisicamente.

3) La Scrittura dice che l’oggetto di quella predicazione fu l’Evangelo infatti è scritto: “Per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti..” (1 Pietro 4:6). E noi sappiamo che il Vangelo non fu rivelato da Dio agli uomini fino a quando Cristo Gesù non venne in questo mondo. Dio aveva già promesso l’Evangelo “per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture” (Romani 1:2), ma questo Evangelo lo rivelò tramite Gesù Cristo, tanto è vero che Gesù, che predicava Egli stesso il Vangelo di Dio, un giorno ebbe a dire ai suoi discepoli: “Ma beati gli occhi vostri perché veggono; ed i vostri orecchi, perché odono! Poiché in verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono di vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e di udire le cose che voi udite, e non le udirono” (Matteo 13:16-17). Come si farebbe quindi a sostenere che Cristo predicò il Vangelo tramite Noè a quella generazione ribelle e malvagia? Non si può perchè si cadrebbe in una grossa contraddizione.

Una volta stabilito che non è vero che quelle parole di Pietro si riferiscono alla predicazione che Cristo per mezzo dello Spirito Santo avrebbe fatto tramite Noè alla sua generazione, rimane da rispondere alla domanda: ‘A chi dunque Cristo andò a predicare nello spirito dopo essere stato messo a morte?’ La risposta è nelle parole di Pietro: “Agli spiriti ritenuti in carcere i quali un tempo furono ribelli quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè” (1 Pietro 3:19-20) e quindi non a tutti gli spiriti di tutte le generazioni (antecedenti a quella di Gesù) che erano stati ribelli durante la loro vita. E la ragione qual’è? La dice sempre l’apostolo Pietro: “Onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito” (1 Pietro 4:6).

Ma cosa significa “Onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito”? Noi riteniamo che significa che questa predicazione del Vangelo fatta da Gesù negli inferi a dei morti fu fatta per attestare ai vivi che quegli individui erano sì morti secondo gli uomini quanto alla carne, ma agli occhi di Dio avevano continuato a vivere spiritualmente, per Lui infatti i morti continuano a vivere. Che sia così si evince dal fatto che poco prima è detto: “Essi [quelli che dicono male di noi] renderanno ragione a colui ch’è pronto a giudicare i vivi ed i morti” (1 Pietro 4:5), ed anche: “Poiché per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai morti …” (1 Pietro 4:6). Come dire insomma: ‘Dio è pronto a giudicare anche i morti (e non solo i vivi) che quindi anche se non sono più sulla terra non sfuggiranno affatto al giudizio di Dio perché essi secondo Dio continuano a vivere, tanto è vero che a dimostrazione di ciò c’è la predicazione che Gesù Cristo fece – tra la Sua morte e la Sua resurrezione – anche ai morti’.

Colgo l’occasione per dirvi anche queste cose.
Queste parole di Pietro non significano che dopo la morte ci sia un’altra opportunità per gli empi di ravvedersi e di credere al Vangelo come per esempio c’è per i Mormoni (per loro sarebbero i missionari mormoni che vanno a predicare il Vangelo a coloro che sono nel carcere sotterraneo) che hanno preso proprio queste parole di Pietro per sostenere questa diabolica dottrina, o come c’era anche per Giovanni Luzzi che commentando queste parole di Pietro ebbe a scrivere: ‘Se i più colpevoli di tutti furono quindi così oggetto della misericordia divina, a maggior ragione lo saranno tutti gli altri morti. Se andò anche a predicare il Vangelo ai più colpevoli, è certo che va pure a predicarlo agli altri (…) Chi ascolta cotesta proclamazione e le risponde col ravvedimento e con la fede, sia egli tra i viventi o nel soggiorno dei morti, è salvo’. (Giovanni Luzzi, Il Nuovo Testamento. Annotato. Terza ed. Riveduta, Firenze 1917, pag. 536). Nessuno v’inganni in nessuna maniera, fratelli, perchè per chi muore nei suoi peccati non c’è più alcuna possibilità di essere salvato. Egli muore carico dei peccati e se ne va nel fuoco dell’Ades dove attenderà il giorno del giudizio, nel quale risorgerà e comparirà davanti al trono di Dio per essere giudicato secondo le sue opere e gettato nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è il fuoco eterno. Dopo morti non c’è più la possibilità di ascoltare il Vangelo e credere ed essere salvati dai propri peccati. E’ scritto: “Chi non avrà creduto, sarà condannato” (Marco 16:16), ed anche: “Chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui” (Giovanni 3:36). Questi passi teneteli davanti ai vostri occhi quando leggete e meditate quelle parole dell’apostolo Pietro.

Per questa ragione dunque, perchè siamo ben consci che la Scrittura non ammette per i peccatori una seconda possibilità di salvezza dopo morti, esortiamo e scongiuriamo gli uomini a salvarsi da questa perversa generazione.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/07/28/adi-gesu-quando-mori-non-ando-a-predicare-ai-morti/

Francesco Toppi: Il digiuno è un fatto superato

Introduzione

Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, nel suo libro A Domanda Risponde, alla domanda ‘Il digiuno è una pratica evangelica?’, risponde dicendo tra le altre cose: ‘Gesù stesso presenta il tema del digiuno sotto una luce nuova, quando afferma: ‘Possono gli amici dello sposo digiunare, mentre lo sposo è con loro?” (Marco 2:19; Matteo 9:15, 16; Luca 5:34). La presenza dello Sposo, Cristo Gesù, e l’annuncio dell’Evangelo escludono totalmente ogni possibile valore meritorio e preparatorio attribuibile [al] digiuno …. Uno studioso afferma: ‘Con Gesù il digiuno è un fatto superato. Infatti, dal primo secolo non abbiamo notizie di cristiani che si siano sottoposti volontariamente al digiuno. Le lettere del Nuovo Testamento non ci spendono sopra una parola’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. II, pag. 28-29,32). Dunque, niente premeditato digiuno sotto il Nuovo Testamento, per le ADI. E’ vero che nella stessa risposta non è del tutto escluso il digiunare da parte del credente, ma tutti i discorsi sono volti a scoraggiare i credenti dal digiunare con premeditazione, nel senso che sono volti a indurre il credente a non decidere di astenersi dal mangiare e dal bere per uno o due o tre giorni (o anche di più se Dio lo sospinge), in quanto il digiuno non costituisce una opera meritoria davanti a Dio. Toppi infatti dice per esempio che i cristiani praticano il digiuno ‘quasi inconsapevolmente, quando credono di dover trascorrere un periodo di preghiera senza essere interrotti da pensieri secondari’ (Ibid., pag. 32).

Confutazione

Le ADI errano grandemente ancora una volta per mancanza di conoscenza.

Innanzi tutto vediamo se Gesù ha presentato il digiuno sotto una luce nuova. Nel suo insegnamento Gesù Cristo ha fatto capire chiaramente che non solo è normale per un suo discepolo digiunare, ma anche che il digiuno costituisce anche una opera meritoria, in quanto fa parte della giustizia personale di ogni Cristiano ed è quindi un atto di mortificazione che ha una ricompensa da Dio. Ascoltate le parole del Maestro: “Guardatevi dal praticare la vostra giustizia nel cospetto degli uomini per esser osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli. ….. E quando digiunate, non siate mesti d’aspetto come gl’ipocriti; poiché essi si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non apparisca agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:1, 16-18). Ora, io dico, ma se Gesù ha detto che se noi digiuniamo seguendo le sue istruzioni, Iddio ce ne darà una ricompensa, ciò vuol dire che un qualcosa di meritorio il digiuno ce lo ha, altrimenti non avrebbe senso parlare di ricompensa da parte di Dio per chi digiuna. Non vi pare che le parole di Cristo siano di una chiarezza cristallina? Ecco perché Francesco Toppi si è ben guardato dal citarle nella sua risposta. Ora, non mi venite a dire che si è dimenticato di farlo, perché questa omissione è assolutamente voluta dato che alla domanda se il digiuno è una pratica evangelica non si può non rispondere citando le suddette parole di Gesù sul digiuno. Parole che vi ricordo sono messe assieme a queste altre che riguardano l’elemosina e la preghiera: “Quando dunque fai limosina, non far sonar la tromba dinanzi a te, come fanno gl’ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma quando tu fai limosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, affinché la tua limosina si faccia in segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E quando pregate, non siate come gl’ipocriti; poiché essi amano di fare orazione stando in piè nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per esser veduti dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l’uscio fa’ orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d’essere esauditi per la moltitudine delle loro parole. Non li rassomigliate dunque, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo. Dacci oggi il nostro pane cotidiano; e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. Perché se voi perdonate agli uomini i loro falli, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà i vostri falli” (Matteo 6:2-15). Avete notato che anche per chi fa l’elemosina in segreto, e prega in segreto, c’è una ricompensa da parte di Dio? Dunque, non vedo perché si dovrebbe sotto il Nuovo Testamento incoraggiare l’elemosina e la preghiera, ma non il digiuno; come non vedo perché si possono definire pratiche evangeliche l’elemosina e la preghiera, ma non il digiuno; quando in base alle parole di Cristo Gesù sono tutte e tre parte della nostra giustizia, che vi ricordo deve superare quella degli scribi e dei Farisei se vogliamo entrare nel regno dei cieli (cfr. Matteo 5:20).

E poi, come si fa, leggendo le suddette parole di Gesù sul digiuno, a dire che i discepoli di Cristo praticano il digiuno ‘quasi inconsapevolmente’, quando è evidente che essi invece lo praticano in maniera del tutto consapevole, in quanto così hanno deliberato in cuor loro? Non è forse questo che si evince anche da queste parole scritte nel libro degli Atti degli apostoli: “E mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani, e li accomiatarono” (Atti 13:2-3), ed anche da quest’altre: “E fatti eleggere per ciascuna chiesa degli anziani, dopo aver pregato e digiunato, raccomandarono i fratelli al Signore, nel quale aveano creduto” (Atti 14:23)? Ma che va cianciando dunque Francesco Toppi?

Ma veniamo alle parole di Gesù citate da Toppi “Possono gli amici dello sposo digiunare, mentre lo sposo è con loro?” (Marco 2:19) per sostenere che il digiuno non ha alcun valore meritorio. Ora, è evidente che se fosse così come dice Toppi, le parole di Gesù Cristo citate sopra a proposito del digiuno (Matteo 6:1, 16-18) sarebbero in contrasto con queste altre di Marco. Il fatto è però che Toppi si è ‘dimenticato’ di citare il resto delle parole di Gesù che sono le seguenti: “Finché hanno con sé lo sposo, non possono digiunare. Ma verranno i giorni che lo sposo sarà loro tolto; ed allora, in que’ giorni, digiuneranno” (Marco 2:19, 20). Ho messo dimenticato tra virgolette, perché anche in questo caso è stata una dimenticanza voluta, dato che se Toppi avesse aggiunto queste altre parole, non avrebbe potuto sostenere la sua tesi. Dunque, Gesù disse che sarebbero venuti i giorni che lo sposo sarebbe stato tolto ai suoi discepoli, e allora in quei giorni essi avrebbero digiunato. A quali giorni si riferiva Gesù? Certamente a quelli che sarebbero intercorsi tra la sua morte e la sua resurrezione, ma anche a quelli che sarebbero venuti dopo che sarebbe stato tolto da loro ed assunto in cielo (Atti 1:11). Il fatto di dire poi da parte di Toppi ‘La presenza dello Sposo, Cristo Gesù, e l’annuncio dell’Evangelo escludono totalmente ogni possibile valore meritorio e preparatorio attribuibile [al] digiuno’, è chiaramente un sofisma, perché il Signore Cristo Gesù non è presente con noi, cioè noi non abbiamo Gesù in mezzo a noi come lo avevano i suoi discepoli, perché siamo assenti da Lui, infatti Paolo dice: “Noi siamo dunque sempre pieni di fiducia, e sappiamo che mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore” (2 Corinzi 5:6). Dunque, lo scopo che si è prefissato Toppi impostando in questa maniera questa parte del discorso con la prima parte di Marco 2:19, è evidente: distogliere il lettore dalla verità.

Per quanto riguarda infine la citazione di quello studioso, secondo cui le lettere del Nuovo Testamento non spendono una sola parola sul digiuno, vorrei ricordare che l’apostolo Paolo nella sua seconda epistola ai santi di Corinto cita i digiuni a cui lui e i suoi collaboratori si erano sottoposti quando dice: “Noi non diamo motivo di scandalo in cosa alcuna, onde il ministerio non sia vituperato; ma in ogni cosa ci raccomandiamo come ministri di Dio per una grande costanza, per afflizioni, necessità, angustie, battiture, prigionie, sommosse, fatiche, veglie, digiuni; per purità, conoscenza, longanimità, benignità, per lo Spirito Santo, per carità non finta; per la parola di verità, per la potenza di Dio; per le armi di giustizia a destra e a sinistra, in mezzo alla gloria e all’ignominia, in mezzo alla buona ed alla cattiva riputazione; tenuti per seduttori, eppur veraci; sconosciuti, eppur ben conosciuti; moribondi, eppur eccoci viventi; castigati, eppur non messi a morte; contristati, eppur sempre allegri; poveri, eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppur possedenti ogni cosa!” (2 Corinzi 6:3-10). Ora, se Paolo e i suoi collaboratori si raccomandavano come ministri di Dio anche per digiuni, vuol dire che il digiuno aveva un valore per gli apostoli. E Paolo menziona i suoi digiuni anche quando dice sempre ai Corinzi: “…. spesse volte nei digiuni …” (2 Corinzi 11:27), che lui metteva tra le cose che concernevano la sua debolezza di cui egli si gloriava nel Signore (2 Corinzi 11:30). Dunque, lo studioso citato da Toppi, si sbaglia pure lui grandemente.

Fratelli, digiunate, naturalmente seguendo scrupolosamente le parole di Cristo sul come digiunare, e ne avrete del bene, o meglio sarete ricompensati da Dio. Questo ve lo dico innanzi tutto in base a quello che ha detto Cristo, e poi in base alla mia esperienza personale.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/07/22/francesco-toppi-il-digiuno-e-un-fatto-superato/

ADI: la preghiera del Padre nostro non è più una preghiera da rivolgere a Dio

Introduzione

Francesco Toppi, ex presidente delle Assemblee di Dio in Italia, ha scritto: ‘… il ‘Padre nostro’ era una preghiera per il periodo precedente alla morte, risurrezione e glorificazione di Gesù Cristo’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, Roma 2004, Seconda Edizione, pag. 164).
In altre parole, il ‘Padre nostro’ non è più una preghiera da dire a Dio, e questo perché nel libro degli Atti ogni qual volta c’è un riferimento alla preghiera non è mai menzionata questa specifica preghiera insegnata da Gesù (Ibid., pag. 163).

Confutazione

Ora, è vero che negli Atti, come anche nelle epistole, non è mai menzionata la preghiera del ‘Padre nostro’, ma arrivare per questo alla conclusione che essa non va più detta così come è scritta, la ritengo una cosa sbagliata. Perché si fanno passare le parole di Gesù “voi dunque pregate così …” (Matteo 6:9), come parole ormai sorpassate. Come parole che si riferivano solo al periodo precedente alla sua morte, il che non può essere vero. E poi, se fosse vero quello che dicono le ADI in merito alla preghiera del Padre nostro, allora dovremmo concludere pure che il luogo dove Gesù disse ai suoi discepoli di andare a pregare al Padre loro, era solo per quel periodo. Che disse Gesù prima di dire ‘voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli …’? “E quando pregate, non siate come gl’ipocriti; poiché essi amano di fare orazione stando in piè nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per esser veduti dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l’uscio fa’ orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d’essere esauditi per la moltitudine delle loro parole. Non li rassomigliate dunque, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate” (Matteo 6:5-8). Ora, io domando: ‘E’ lecito fare passare queste parole di Gesù per parole valide solo per il periodo precedente alla sua morte? Io dico di no.

Dunque, quando un credente prega in privato chiuso nella sua cameretta (e perché no? anche pubblicamente), può tranquillamente dire il ‘Padre nostro’. E’ una preghiera tuttora valida ed efficace se detta con fede. Certo, non dobbiamo prenderla come una sorta di ‘formula magica’, e neppure dobbiamo metterci a ripeterla e ripeterla meccanicamente come fanno i Cattolici Romani, pensando di essere esauditi perché la diciamo tante volte; ma se noi la diciamo con umiltà e fede, di certo Dio ascolterà il nostro grido e ce ne darà la ricompensa.

Infine vorrei dire che il fatto che questa preghiera insegnata da Gesù non sia menzionata negli Atti, come neppure nelle epistole, non significa necessariamente che non veniva detta dai santi, anche perché gli apostoli sicuramente la insegnavano perché Gesù, poco prima di essere assunto in cielo, aveva loro detto: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:19-20). Dunque, dobbiamo credere che la preghiera del ‘Padre nostro’ facesse parte dell’insegnamento degli apostoli. Gesù disse loro infatti: “… tutte quante le cose che v’ho comandate”, e quando Gesù aveva detto: “Voi dunque pregate così ….”, aveva dato loro un comando, e non un consiglio.

Vedete, quello che mi fa arrabbiare, quando sento questi discorsi vani fatti dai pastori ADI, che vanno ad annullare la preghiera del Padre nostro, è che l’unica preghiera insegnataci da Gesù viene fatta passare per una preghiera oramai sorpassata, semplicemente perché non se ne fa menzione negli Atti e nelle epistole, mentre le preghiere (come pure le lodi e le invocazioni) rivolte allo Spirito Santo così tanto diffuse nelle ADI – ma assolutamente assenti in tutta la Bibbia – vengono fatte passare per preghiere spirituali, per preghiere efficaci, per preghiere da fare. E guai a chi fa notare loro che in tutta la Bibbia non esistono preghiere e cantici rivolti allo Spirito Santo!! Si attira la loro ira, e la loro inimicizia. Giudicate voi stessi fratelli quello che vi dico.

Sono veramente indignato – ed assieme a me ci sono tanti altri indignati – nel sapere che nelle ADI sono andati ad annullare anche la preghiera del ‘Padre nostro’. Sono andati a ‘toccare’ pure questa parte dell’insegnamento di Cristo. E’ vergognoso e scandaloso! Questo sta ancora una volta a dimostrare che non c’è timore di Dio agli occhi loro. Io mi domando: ‘Ma dove trovano questa arroganza per dire queste menzogne contro la verità?’ Ma veramente non temono proprio i castighi di Dio queste persone. Ma questo non significa però che essi non si abbatteranno su di essi.

Fratelli che frequentate Chiese ADI vi rinnovo l’esortazione a rigettare ogni falso insegnamento che vi è stato trasmesso dai vostri pastori, perchè se continuate a professare le falsità che vi trasmettono anche voi ne porterete la pena.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/07/20/adi-la-preghiera-del-padre-nostro-non-e-piu-una-preghiera-da-rivolgere-a-dio/

Francesco Toppi: ‘Giobbe era orgoglioso della propria giustizia e della propria rettitudine’

Introduzione

Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, ha scritto riguardo alle sofferenze patite da Giobbe: ‘Il lettore superficiale di questo libro, il più antico della Bibbia, ritiene che Dio abbia permesso a Satana di colpire Giobbe per provare la sua fedeltà verso l’Eterno. A parte il fatto che sarebbe tremendo pensare che Dio permetta all’avversario di divertirsi con i credenti, come i bambini fanno con i giocattoli, occorre ricordare che, se così fosse, il Creatore e Signore dell’Universo non potrebbe essere riconosciuto per quello che veramente è: “… Dio è amore …” (1 Giovanni 4:16). Inoltre, se Egli avesse avuto bisogno di mettere alla prova la fedeltà di Giobbe, dovrebbe mettere alla prova nello stesso modo la fedeltà di tutti quelli che lo seguono, ma vorrebbe dire che non riconosciamo la Sua onniscienza. Egli ci conosceva ancora prima della nostra nascita. Allora, perchè Dio permise questa prova? Per disciplina; Giobbe era timorato di Dio ed integro, ma purtroppo non si rendeva conto che era orgoglioso della propria giustizia e della propria rettitudine. Soltanto le atroci sofferenze subite e il suo totale avvilimento fanno emergere questo ‘peccato occulto’. Basta leggere il capitolo 29 del libro di Giobbe e sottolineare tutti gli ‘io’ e i ‘mio’ per scoprire questa sua attitudine nascosta, della quale neanche egli stesso se ne rendeva conto’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Roma 2004, Vol. I, pag. 134).

Confutazione

Questo insegnamento è falso per i seguenti motivi; perchè fa passare Dio per ingiusto e bugiardo, e incolpa Giobbe di cose non vere.

Fa passare Dio per ingiusto perchè gli attribuisce un comportamento nei confronti di Giobbe che non viene confermato dal libro di Giobbe anzi viene smentito nella maniera più categorica. Per comprendere il perchè Dio colpì Giobbe in quella maniera occorre leggere i primi due capitoli del libro. Faccio un riassunto di quanto viene detto in essi. La Scrittura dice che nel paese di Uz esisteva un uomo che si chiamava Giobbe il quale era integro e retto e temeva Iddio e fuggiva il male. Quest’uomo era molto ricco e aveva dieci figli. Un giorno avvenne che i figli di Dio si presentarono davanti a Dio e in mezzo a loro si presentò anche Satana. Dio chiese allora a Satana se egli aveva visto il suo servo Giobbe al pari del quale sulla terra non ce n’era un altro integro, retto, timorato di Dio e che fuggiva il male. Quindi Dio lodò il suo servo Giobbe. A questo punto Satana rispose facendo capire a Dio che lui riteneva che Giobbe temesse Dio solo perchè Lui aveva benedetto l’opera delle sue mani e perchè lo aveva circondato di un riparo. E che sarebbe bastato che Egli stendesse un po’ la sua mano contro le cose che possedeva e Giobbe lo avrebbe rinnegato in faccia. Dio allora diede tutto quello che Giobbe possedeva in mano di Satana proibendogli però di toccare la sua carne. Successe allora che Dio tolse a Giobbe beni e figli; ma Giobbe non attribuì niente di mal fatto a Dio, perchè disse: “L’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno” (Giobbe 1:21). Ma avvenne in seguito che Satana si presentò ancora davanti a Dio. Anche questa volta Dio chiese a Satana se aveva notato Giobbe e il suo comportamento dopo quelle sventure da lui subite. Ecco le parole di Dio: “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità benché tu m’abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo” (Giobbe 2:3). Al che Satana rispose che bastava che Egli gli toccasse un po’ le ossa e la carne, cioè che gli togliesse la sua salute, e avrebbe visto Giobbe rinnegarlo in faccia. Al che Dio glielo diede nelle mani proibendogli però di farlo morire. Avvenne così che Satana colpì Giobbe di un ulcera maligna.

Voglio che notiate che questa seconda volta Dio disse a Satana che era stato da lui incitato a rovinare Giobbe senza alcun motivo. Quindi si deve dire che Dio fu incitato da Satana a rovinare Giobbe in quella maniera senza alcun motivo. Quel “senza alcun motivo” non significa però che Dio fece quel che fece senza una ragione o scopo – quasi che lui volesse divertirsi un po’ con Giobbe come fa un bambino con un giocattolo – perchè la Scrittura dice che “Dio ha fatto ogni cosa per uno scopo” (Proverbi 16:4), ma solo che Giobbe non aveva compiuto dei misfatti che meritavano quei flagelli divini. D’altronde Dio stesso aveva detto di Giobbe per ben due volte che egli era un uomo integro, retto, timorato di Dio e che fuggiva il male. Come avrebbe quindi potuto Dio colpire Giobbe perché questi era orgoglioso della sua giustizia dopo avere reso quella bella testimonianza di lui? Ci pare quindi veramente una dichiarazione arrogante affermare che Giobbe era orgoglioso della sua giustizia perchè così dicendo si fa passare Dio per bugiardo o per uno che non sa quel che dice. E poi non sta forse scritto: “Il timore dell’Eterno è odiare il male; io odio la superbia, l’arroganza, la via del male e la bocca perversa” (Proverbi 8:13)? Se dunque Dio disse che Giobbe temeva Dio vuol dire che Giobbe non era arrogante, non era orgoglioso, perchè il timore di Dio odia l’orgoglio! Ma noi diciamo anche: ‘Come potremmo fidarci di Dio se, dopo avere detto di Giobbe quelle cose, avesse colpito Giobbe a motivo del suo orgoglio?’ Ed ancora: ‘Ma se Dio è colui che investiga i cuori e le reni e rese quella testimonianza di Giobbe come potremmo supporre che Giobbe in qualche parte del suo cuore fosse orgoglioso della sua giustizia?’ Con tutto ciò vogliamo dire che se Dio diede quella testimonianza di Giobbe bisogna credergli fermamente senza fare insinuazioni di nessun genere.

Ma allora qualcuno dirà: Tu difendi Giobbe in tutto e per tutto? No, non è così. Difendo Giobbe solo in ciò in cui va difeso. Non lo difendo infatti quando lui accusa Dio di essere ingiusto verso di lui e di favorire i disegni dei malvagi. In questo caso non va affatto difeso perchè egli fu ripreso da Dio a motivo di queste sue parole senza senno. Lui stesso però riconobbe in seguito di avere parlato contro Dio attribuendogli quel modo di operare ingiusto infatti dopo che Dio lo riprese disse: “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti d’eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intendimento offusca il tuo disegno? (Giobbe 42:1-3)”. Notate che queste parole di Giobbe sono molto simili a quelle che Dio gli disse all’inizio del suo discorso: “Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?” (Giobbe 38:2). Bisogna dire però che quantunque Giobbe si fece uscire delle parole senza senno contro Dio in mezzo alle sue afflizioni, pure egli non rinnegò Dio, cioè non fece quello che Satana avrebbe voluto che facesse. Quindi Giobbe in mezzo all’afflizione è rimasto ancorato a Dio: certo egli difese la sua giustizia anziché quella di Dio ritenendosi giusto lui anziché Dio che secondo lui lo colpiva ingiustamente. Ma questo nulla toglie al fatto che egli avesse compiuto tutte quelle opere buone, prima di essere colpito, con un cuore sincero davanti a Dio. Leggendo infatti i suoi discorsi, compreso il suo discorso in cui egli parla del suo comportamento prima che Dio lo colpisse, non traspare affatto che egli fosse orgoglioso; ma solo il fatto che davanti a quella grande afflizione che Dio gli aveva dato egli si sentì costretto a difendere la sua giustizia. Difenderla sì, perchè i suoi amici che erano andati a trovarlo non fecero altro nei loro discorsi che insinuare che lui meritava quel castigo da Dio, cosa che non era affatto vera. Questo non lo si deve mai dimenticare infatti, e cioè che Giobbe parlò in quella maniera per difendersi dalle accuse ingiuste di quei suoi tre amici.

Ora, fermo restando allora che Dio non colpì Giobbe a motivo del suo orgoglio per la sua giustizia bisogna concludere che Dio permise che Satana colpisse Giobbe in quella maniera per provarlo. Nulla di strano questo perchè noi sappiamo che Dio prova i suoi santi in svariate maniere, con la malattia e la privazione dei beni come nel caso di Giobbe, con la persecuzione ecc. Ma a che cosa serve la prova? La prova serve a Dio per vedere se uno quando le cose non gli vanno bene continua a temerlo e ad amarlo e ad avere fiducia in lui. Nel caso di Abrahamo per esempio, in cui Dio gli ordinò di sacrificare il suo figlio Isacco, c’è scritto per esempio che Dio disse ad Abrahamo quando questi stava per scannare Isacco: “Non metter la mano addosso al ragazzo, e non gli fare alcun male; poiché ora so che tu temi Iddio, giacché non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo” (Genesi 22:12). Notate quel “ora so che tu temi Dio” che conferma a cosa la prova di Abrahamo servì a Dio. Certo che l’ordine di Dio avrà fatto soffrire Abrahamo; perchè qual’è quel padre che nel sapere di dovere uccidere il proprio figlio unico, anche se per offrirlo a Dio, non proverebbe un grande dolore nel suo cuore? Ma rimane il fatto che il patriarca passò la prova e Dio lo premiò per questo. Anche Giobbe soffrì nel vedersi privare dei figli, e di tutti i suoi beni, ma passò la sua dura prova; perchè egli in mezzo al suo dolore non rinnegò il suo Dio. Egli dimostrò che temeva Dio non perchè questo lo aveva benedetto e protetto, cioè che il suo non era un timore finto, ma era un timore vero. E per questo Dio lo premiò infatti dopo averlo ristabilito nella condizione di prima gli restituì il doppio di tutto quello che egli aveva posseduto. E poi, cosa molto importante, non ci si dimentichi che Giobbe pur non sapendo che era stato Satana ad incitare Dio contro di lui con quelle insinuazioni, alla fine non rinnegando Dio fece sì che Satana rimanesse confuso davanti a Dio, perchè Satana per ben due volte aveva insinuato davanti a Dio e nel mezzo degli angeli santi che Giobbe non temeva Dio per niente, ma per dei motivi interessati e cioè perchè Dio aveva benedetto l’opera delle sue mani e proteggeva tutti i suoi beni, e perchè godeva buona salute. Ma Giobbe sia quando fu privato dei suoi beni e sia quando fu privato della sua salute, non rinnegò Dio in faccia. Satana la prima volta che comparve davanti a Dio era sicuro che Giobbe avrebbe rinnegato Dio se questi lo avesse privato dei suoi beni, ma rimase confuso e deluso perchè Giobbe si mantenne attaccato a Dio; ma non soddisfatto, incitò Dio a togliergli la salute perchè era sicuro che in questo caso Giobbe lo avrebbe rinnegato, ma anche questa volta Satana ne uscì sconfitto. Quindi possiamo dire che Dio, dopo aver lodato per ben due volte il suo servo Giobbe davanti a Satana, e dopo avere colpito Giobbe come chiedeva Satana, rimase vincitore perchè dimostrò a Satana che in verità sulla terra non c’era nessun altro come Giobbe e che Giobbe temeva Dio veramente sia nell’abbondanza che nella penuria, sia con la salute che senza. Ma non solo, pure Giobbe riportò – senza saperlo – una vittoria su Satana perchè dimostrò che temeva Dio non per quelle ragioni addotte da Satana. Per altro Giobbe non è il solo giusto che fu provato su richiesta di Satana, perchè anche gli apostoli di Gesù furono provati su richiesta del diavolo. Ecco infatti cosa disse Gesù a Pietro la notte in cui fu tradito: “Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli” (Luca 22:31-32).

Ma la prova non serve solo a Dio, ma serve anche a chi la passa perchè produce pazienza. Giacomo dice per esempio che “la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compie appieno l’opera sua in voi, onde siate perfetti e completi, di nulla mancanti” (Giacomo 1:3-4). Come ho detto prima, le prove sono svariate; oltre alla malattia e alla privazione dei beni ci sono le persecuzioni. E’ chiaro che le prove fanno soffrire; ma noi siamo stati chiamati a soffrire. Ma oltre a produrre pazienza, la prova della nostra fede produce indirettamente sia esperienza che speranza (cfr. Romani 5:3-5). Ed infine essa mette in grado chi soffre di sperimentare abbondanti consolazioni di Dio con le quali egli può consolare a sua volta quelli che soffrono. Questo concetto lo spiega Paolo ai Corinzi in questa maniera: “Benedetto sia Iddio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e l’Iddio d’ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione onde noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione. Perchè, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Talché se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; e se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi patiamo” (2 Corinzi 1:3-6).

Che diremo dunque? Diremo che Dio è buono e non importa quali prove ci farà passare egli lo farà sempre per il nostro bene, cioè per renderci conformi all’immagine del suo Figliuolo, e affinché noi siamo in grado di consolare quelli che sono afflitti. In verità le sue vie sono più alte delle nostre vie come i cieli sono alti al di sopra della terra. Sia sempre lodato il suo nome, anche quando ci percuote con la sua mano, anche quando ci toglie la salute, dei beni materiali, o magari dei familiari o quando ci manda contro la persecuzione. Amen.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/07/13/francesco-toppi-giobbe-era-orgoglioso-della-propria-giustizia-e-della-propria-rettitudine/

ADI: Le lingue che il credente riceve al battesimo con lo Spirito Santo non sono interpretabili o lingue conosciute

Introduzione

Salvatore Cusumano, nella sua tesi su Roberto Bracco presentata all’Istituto Biblico delle ADI, che ha la presentazione di Francesco Toppi, afferma quanto segue a proposito delle lingue che i credenti cominciano a parlare quando vengono battezzati con lo Spirito Santo: ‘…. Esistono delle lingue non interpretabili per l’edificazione personale e che, a nostro parere, corrispondono al segno delle lingue che il credente riceve al battesimo nello Spirito Santo’ (pag. 34). E lo stesso Toppi conferma ciò dicendo che alla ricezione del battesimo con lo Spirito Santo, il parlare in altre lingue come lo Spirito dà di esprimersi, ‘è il parlare in lingue che non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta’ (Francesco Toppi, E Mi Sarete Testimoni, ADI-Media, Roma 1999, pag. 42).
In altre parole, secondo le ADI, quando si tratta del dono della diversità delle lingue le lingue sono interpretabili, mentre quando si tratta delle lingue come segno che si ricevono al battesimo con lo Spirito allora esse non sono interpretabili.*

Confutazione

Ora, prima di passare alla confutazione di questa ennesima falsità insegnata dalle ADI, voglio spiegarvi brevemente cosa dice la Bibbia a proposito del parlare in altra lingua.
Secondo quello che insegna la Scrittura quando un credente viene battezzato con lo Spirito Santo comincia a parlare in altra lingua secondo che lo Spirito gli dà di esprimersi (cfr. Atti 2:4; 10:44-46; 19:6), e questo costituisce il segno esteriore dell’avvenuto battesimo con lo Spirito Santo. Sto parlando in questo caso del parlare in una sola lingua straniera per lo Spirito, perché c’è anche un parlare in più lingue straniere che è pur sempre una capacità data dallo Spirito Santo, che la Bibbia chiama “diversità delle lingue” e che è uno dei doni dello Spirito Santo (1 Corinzi 12:10), che si può ricevere sia al battesimo con lo Spirito Santo che successivamente al battesimo con lo Spirito Santo, e che è bene ricordare non tutti ricevono (cfr. 1 Corinzi 12:30). E’ evidente dunque che quando un credente riceve la capacità di parlare in diverse lingue straniere già al battesimo con lo Spirito Santo, quel suo parlare in lingue è sì il segno del battesimo con lo Spirito ricevuto ma anche dono. Se invece il credente al suo battesimo con lo Spirito Santo parla solo in una lingua straniera allora quel suo parlare non costituisce il dono della diversità delle lingue.

Ora, che cosa fa il credente quando comincia a parlare in altra lingua al battesimo con lo Spirito Santo? Egli parla a Dio, perché Paolo dice che “chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno l’intende, ma in ispirito proferisce misteri” (1 Corinzi 14:2), e difatti egli prega (cfr. 1 Corinzi 14:14), salmeggia (cfr. 1 Corinzi 14:15), e benedice Iddio (cfr. 1 Corinzi 14:16). A prescindere dunque che il credente abbia o meno il dono di diversità delle lingue, quando egli parla in altra lingua parla a Dio, e nessuno l’intende, neppure lui intende quello che dice. Ma affinché sia lui che gli altri che lo sentono parlare in lingue intendano quelle parole dette per lo Spirito, il Signore ha costituito il dono della interpretazione delle lingue (cfr. 1 Corinzi 12:10), che chi parla in altra lingua deve desiderare secondo che è scritto: “Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare” (1 Corinzi 14:13).

Dunque sia che il credente parla in altra lingua da solo, o assieme ad altri, sia che abbia o non abbia il dono della diversità delle lingue, quando lo Spirito gli darà di interpretare quello che lui ha detto, sia lui che gli altri ne riceveranno edificazione avendo inteso quello che lo Spirito ha detto tramite la sua bocca.

Dunque, le ADI errano nel dire che le lingue come segno non sono interpretabili, perché se fosse così, il credente che parla in altra lingua, non avendo il dono di diversità delle lingue, non dovrebbe pregare di poter interpretare quello che dice per lo Spirito, e quindi dovrebbe astenersi dal fare una cosa che l’apostolo gli comanda di fare. In altre parole, dovrebbe pregare di poter interpretare solo chi ha il dono della diversità delle lingue, e non chi parla solo in una lingua straniera che ha ricevuto nel momento che è stato battezzato con lo Spirito. Detto ancora in altre parole, egli dovrebbe aspettare di ricevere il dono della diversità di lingue prima di mettersi a pregare di poter interpretare. E non mi pare che si intraveda una cosa del genere nelle parole di Paolo ai Corinti.
Ma poi sarebbe un controsenso dire che le lingue-segno non sono interpretabili in quanto per uso personale perché anche quando uno parla in altra lingua da solo, benché edifichi se stesso, non intende quello che dice; e siccome egli sta parlando a Dio, e l’unica maniera per capire cosa sta dicendo è tramite l’interpretazione, per forza di cose quella lingua è interpretabile, e quindi è bene che lui preghi di poter interpretare quello che dice.
E poi, io dico, per fare riferimento ad un caso biblico di parlare in lingue come segno al battesimo con lo Spirito, ma il giorno della Pentecoste quelle lingue erano o non erano interpretabili, erano o non erano delle lingue conosciute a quel tempo? A me risulta che lo erano, perché erano vere lingue straniere che i discepoli si misero a parlare per lo Spirito, e tramite di esse parlavano delle cose grandi di Dio (cfr. Atti 2:11), secondo che dissero i Giudei che si radunarono: “Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? E com’è che li udiamo parlare ciascuno nel nostro proprio natìo linguaggio? …. li udiamo parlar delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue” (Atti 2:7-8,11). E d’altronde, le lingue servono di segno ai non credenti (1 Corinzi 14:22) – come servirono di segno il giorno della Pentecoste ai quei Giudei provenienti da ogni nazione di sotto il cielo – e affinché servano loro di segno devono essere per forza di cose delle vere lingue conosciute dagli increduli che Dio ha deciso che devono ascoltarle, e quindi non solo sono lingue conosciute ma anche interpretabili perché “ci sono nel mondo tante e tante specie di parlari, e niun parlare è senza significato” (1 Corinzi 14:11).

E’ vero che le lingue a Pentecoste furono intese dai Giudei che si adunarono e non ci fu nessuna interpretazione di esse da parte di qualche discepolo che le parlava, ma vorrei fare notare che i discepoli parlavano in lingue ancora prima che quei Giudei raggiungessero il luogo dove si trovavano (cfr. Atti 2:4,6), e quindi quand’anche non ci fossero stati quei Giudei a sentirli e a capirli, quel parlare era pur sempre diretto a Dio e tramite il dono della interpretazione avrebbe potuto essere capito dagli stessi discepoli che parlavano.

* Le ADI insegnano una cosa errata anche quando spiegano la distinzione tra il parlare in lingue come segno esteriore del battesimo con lo Spirito e il parlare in lingue come dono, in quanto affermano: ‘Occorre a questo punto fare una distinzione tra il parlare in lingue, come segno del battesimo nello Spirito Santo e prezioso mezzo per il credente battezzato per adorare Dio nell’intimità, e fra quello che può chiamarsi in modo particolare il dono o carisma delle lingue, cioè la possibilità di trasmettere in una lingua diversa dall’usuale sotto la guida dello Spirito Santo, un messaggio di avvertimento, di esortazione, di consolazione, destinato alla comunità e che sarà interpretato da coloro che esercitano un altro carisma chiamato dono di interpretazione’ (AA. VV., Il Battesimo nello Spirito Santo, Roma 1987, ADI-Media, pag. 32). E quindi il loro insegnamento falso sulla non interpretabilità delle lingue che si ricevono con il battesimo con lo Spirito Santo si deve integrare con quest’altro falso insegnamento, che fa del dono della diversità delle lingue un parlare in lingue rivolto agli uomini quando la Chiesa è radunata, messaggio in lingue che interpretato costituisce una profezia. Leggi la confutazione di questo altro loro errore.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/06/22/adi-le-lingue-che-il-credente-riceve-al-battesimo-con-lo-spirito-santo-non-sono-interpretabili-o-lingue-conosciute/