Fratelli e sorelle nel Signore, il mondo oramai è entrato nella Chiesa, è un fatto assodato questo, e continua a entrare sempre più. I giorni son proprio malvagi e i tempi veramente difficili, e più si và avanti e più ci si rende conto che la situazione peggiora sempre più. La piaga oramai sembra essere inarrestabile e irreversibile. La predicazione del ravvedimento è quasi del tutto scomparsa; la buona novella annunciata ai peccatori non è più ‘Gesù è il Cristo’ ma ‘Gesù ti ama’; le predicazioni rivolte ai santi risultano essere sempre più vuote e prive di forza, di potenza, di unzione dall’alto; la carnalità regna nei cuori di molti e quei pochi che per un po hanno lottato, astenendosi da questo e da quest’altro, si lasciano anch’essi trascinare dalla maggioranza; i falsi battesimi con lo Spirito Santo hanno preso il posto dei veri; e che dire dei teatri, balletti, mimi, danze, e concerti cosiddetti ‘cristiani’ che sono oramai divenuti la normalità; le coppie omosessuali pian piano vengono sempre più accettate con tanto di ‘benedizione’; ministeri che non procedono da Dio e dunque falsi, come ‘profeti’ che profetizzano di loro senno, dicendo : ‘l’Eterno ha detto..’ quando l’Eterno non li ha mandati, cosiddette ‘pastoresse’ che insegnano quando invece non è loro permesso di insegnare, e che dire dei moderni ‘apostoli’ e ‘dottori’ che si sono dati alle favole, trasmettendo non più la sana dottrina, il sano insegnamento, ma solo ciance. Che tristezza.. Dal canto nostro fratelli, continuiamo a combattere e non perdiamoci d’animo, poiché sappiamo per certo che, nonostante la situazione sia veramente drammatica, pure l’Eterno si è riservato un residuo fedele a Lui che non ha piegato le sue ginocchia dinanzi alla massoneria e che non ha ceduto alle lusinghe del peccato e ai piaceri del mondo. Continuiamo dunque ad essere sale e luce di questo mondo, senza stancarci e senza abbassare mai la guardia. Siate semplici come le colombe ma anche prudenti come i serpenti, ricordatevi : siete delle pecore in mezzo a dei lupi. Mai dimenticarlo.
Salvatore Larizza