Pastori corrotti

Una delle piaghe che affliggeva il popolo di Dio ai giorni dei profeti era la presenza di pastori corrotti, che oltre a corrompersi loro stessi facevano corrompere il popolo. E difatti Dio tante volte tramite i suoi profeti denunciò il loro comportamento malvagio e i gravi danni che essi causavano al suo popolo. Qui di seguito ecco alcune delle parole che l’Iddio Onnipotente pronunciò contro di loro.

Dio disse tramite il profeta Isaia: “I guardiani d’Israele son tutti ciechi, senza intelligenza; son tutti de’ cani muti, incapaci d’abbaiare; sognano, stanno sdraiati, amano sonnecchiare. Son cani ingordi, che non sanno cosa sia l’esser satolli; son dei pastori che non capiscono nulla; son tutti vòlti alla loro propria via, ognuno mira al proprio interesse, dal primo all’ultimo. ‘Venite’, dicono, ‘io andrò a cercare del vino, e c’inebrieremo di bevande forti! E il giorno di domani sarà come questo, anzi sarà più grandioso ancora!’ ….. O popolo mio, quei che ti guidano ti sviano, e distruggono il sentiero per cui devi passare!” (Isaia 56:10-12; 3:12), e tramite Geremia: “Molti pastori guastano la mia vigna, calpestano la porzione che m’è toccata, riducono la mia deliziosa porzione in un deserto desolato …. i pastori mi sono stati infedeli …. Le mie tende son guaste, e tutto il mio cordame è rotto; i miei figliuoli sono andati lungi da me e non sono più; non v’è più alcuno che stenda la mia tenda, che drizzi i miei padiglioni. Perché i pastori sono stati stupidi, e non hanno cercato l’Eterno; perciò non hanno prosperato, e tutto il loro gregge è stato disperso. …. Il mio popolo era un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le aveano sviate, sui monti dell’infedeltà;” (Geremia 12:10; 2:8; 10:20-21; 50:6), e tramite Ezechiele: “Guai ai pastori d’Israele, che non han fatto se non pascer se stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbon pascere? Voi mangiate il latte, vi vestite della lana, ammazzate ciò ch’è ingrassato, ma non pascete il gregge. Voi non avete fortificato le pecore deboli, non avete guarito la malata, non avete fasciato quella ch’era ferita, non avete ricondotto la smarrita, non avete cercato la perduta, ma avete dominato su loro con violenza e con asprezza. Ed esse, per mancanza di pastore, si sono disperse, son diventate pasto a tutte le fiere dei campi, e si sono disperse. Le mie pecore vanno errando per tutti i monti e per ogni alto colle; le mie pecore si disperdono su tutta la faccia del paese, e non v’è alcuno che ne domandi, alcuno che le cerchi!” (Ezechiele 34:2-6)

In questi ultimi termini dei tempi, questa medesima piaga affligge la Chiesa dell’Iddio vivente sparsa sulla faccia della terra, perché tanti conduttori di Chiese Evangeliche si sono corrotti e stanno guastando la vigna di Dio.

Ora vi traccerò brevemente il loro carattere e i loro comportamenti, affinché li possiate riconoscere.

Insegnano tante cose contrarie alla sana dottrina. Alcuni di questi loro falsi insegnamenti: Dio vuole che noi siamo ricchi materialmente (e per ottenere questa prosperità si deve dare la decima e chi non la dà è un ladro); Dio si aspetta da noi che entriamo in politica per metterci a governare sul mondo; la donna può insegnare e quindi può fare il pastore; la donna non si deve velare il capo quando prega o profetizza, e si può vestire come vuole perché ‘Dio guarda al cuore’; ogni tipo di musica va bene per adorare il Signore; ci possiamo divertire come fanno quelli del mondo; Dio non ci punisce e non ci castiga perché è amore; possiamo mangiare il sangue, le cose sacrificate agli idoli, e le cose soffocate; i divorziati possono risposarsi senza per questo commettere adulterio; il battesimo con lo Spirito Santo non è affatto seguito dal parlare in lingue come ai giorni degli apostoli e quindi il parlare in lingue odierno è dal diavolo, e il tempo in cui Dio distribuiva i suoi doni miracolosi è terminato con la morte degli apostoli; chi accusa i pastori di fare delle cose sbagliate o di insegnare delle dottrine false, quand’anche lo dimostrasse, non è da Dio ma da Satana.

Non conoscono le Scritture. Quantunque predicano e citano qualche passo della Scrittura e fanno dei discorsi, non conoscono le Scritture, infatti non conoscono le dottrine della Bibbia, e per capire questo basta prenderli in un momento qualsiasi fuori dal locale di culto per chiedergli di spiegarti una dottrina biblica e vedere come ti rispondono. Quando non ti dicono che non hanno tempo e che se ne parla un’altra volta, ti dicono che non sono cose importanti, o che capirai certe cose più avanti, o ti spiegano le cose al contrario o in maniera distorta, per cui invece di toglierti la confusione dalla mente te l’aumentano.

Non sono attaccati alla Parola di Dio, e difatti non sono capaci di esortare nella sana dottrina e di convincere i contradditori. Ma mascherano questo loro non attaccamento alla Parola con parole come ‘Non voglio fare polemica, io mi limito a parlare di Gesù’ o ‘Io non sono un teologo’ ecc. La realtà è che a costoro la dottrina di Dio non interessa.

I sermoni che portano sono copiati da altri, e loro sono bravi a recitarli dietro il pulpito. Quando riescono da loro stessi ad imbastire dei sermoni non hanno né capo né coda, sono incomprensibili, contorti, e confusi. E questo perché costoro sono nuvole senz’acqua.
Sanno intrattenere le capre: battute, barzellette, e altre cose sconvenienti, sono infatti presenti nei loro aridi discorsi. Hanno un parlare dolce e lusinghevole con il quale adescano le anime instabili.

Quando evangelizzano parlano solo ed esclusivamente dell’amore di Dio, e mai del giudizio a venire sui peccatori che si manifesterà anche facendoli scendere nelle fiamme dell’inferno dopo la morte, e il loro messaggio non è ‘Ravvedetevi e credete al Vangelo’, ma ‘Accettate Gesù e risolverà ogni vostro problema’. Non devono spaventare chi li ascolta, e quindi adottano questo parlare. E poi molti di loro non ci credono neppure all’esistenza del fuoco all’inferno, ecco perché non ne parlano mai.

E oltre a ciò adottano tecniche di evangelizzazione (quali scene teatrali, mimi, pupazzi, ecc.) che nulla hanno a che fare con la Parola di Dio.

Sanno – da qui mi riferisco solo a pastori pentecostali – abilmente suggestionare le persone, inducendole a proferire parole incomprensibili per far credere che hanno ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo con l’evidenza del parlare in lingue, come anche a fargli confessare di essere state guarite quando invece sono ancora malate.

Buttano a terra le persone in svariate maniere, volendo far credere in questa maniera che Dio è con loro e che quella è la manifestazione dello Spirito che accompagna la loro predicazione. Oltre a ciò si mettono a ridere e a far ridere in maniera incontrollata, e dicono che quella è la gioia del Signore che sgorga dal loro ventre; ma in effetti si tratta solo della follia che hanno nel cuore.

Fanno profezie false e predicono grandi risvegli.

Dicono che Dio sta facendo una cosa nuova, e questa cosa nuova sarebbe praticamente che Dio sta spingendo i suoi figliuoli a trasgredire certi suoi comandamenti del Nuovo Testamento (il comandamento sul velo per le donne, il comandamento che vieta alla donna di insegnare, il comandamento sull’ornamento esteriore verecondo e modesto della donna, quello che vieta le seconde nozze ai divorziati, ed il comandamento a rinunciare alle mondane concupiscenze, per citarne solo alcuni). La verità è che Satana si sta usando di costoro per fare una cosa vecchia.

Con le loro false profezie promettono benedizioni ai ribelli, e minacciano i timorati di Dio che vengono addirittura chiamati incirconcisi. Una delle loro caratteristiche è di parlare male di coloro che si santificano veramente, che sono oggetto delle loro battute e barzellette; e di parlare invece bene di coloro che si conformano al mondo e con la loro condotta scandalosa sono di intoppo a molti.
Sono amici di gente che non teme Dio, con i quali fanno spesso degli affari. Questi loro amici spesso hanno il titolo di ‘apostoli’, e ‘profeti’, ma sono solo impostori che con le loro menzogne aiutano questi pastori corrotti a farsi rispettare – fino a qui mi riferisco solo a pastori pentecostali.

Introducono nelle Chiese cosiddette danze di adorazione e profetiche con danzatrici sensuali e provocanti, e veri e propri balli di gruppo, come anche scene teatrali, mimi, e pupazzi, ed altre cose sconvenienti, per far divertire e intrattenere. Il loro messaggio è ‘il popolo di Dio deve gioire’, ma in effetti vogliono dire che deve divertirsi.

Non sono un esempio di santità nella loro condotta (assieme alle loro famiglie): sono infatti maneschi, violenti, doppi nel parlare, amanti del denaro infatti stanno continuamente a chiedere denaro usando i pretesti più svariati, hanno un cuore esercitato alla cupidigia che brama impossessarsi dei beni altrui e questo fanno con ogni sorta di frode quando gli si presenta l’occasione, sono ingiusti perché invece di ammonire i disordinati ammoniscono chi riprova il disordine, volgari nel loro linguaggio (ti dicono tranquillamente delle parolacce in privato), dicono male delle dignità, sono amanti del lusso infatti ricercano le cose alte, e dei piaceri della vita infatti si vanno a divertire come i pagani, e c’è anche chi è dato alla fornicazione o a peccati contro natura.

Non sono un esempio di santità perchè non amano la santità nella casa di Dio, e quindi tollerano ogni forma di male: divertimenti, piaceri della vita, giochi d’azzardo, vesti femminili indecenti, musica moderna, scene teatrali, mimi, clowns, pupazzi, parlare volgare, e pressoché ogni peccato, tra cui la fornicazione, l’adulterio, l’omosessualità, l’aborto e così via. E difatti non li sentite mai predicare contro queste cose. Qual’è ragione? Non amano la santità, eppure la Bibbia dice che la santità si addice alla casa di Dio.

Sono superbi e arroganti, e infatti signoreggiano il popolo di Dio. Sono quasi inavvicinabili. Cercano di mantenere una certa distanza tra loro e le pecore. E’ pressoché impossibile essere visitati da loro, anche quando sei malato, e questo perché per loro sei un numero e non una pecora del Signore di cui prendersi cura. Se gli fai una minima osservazione giusta, o li correggi, ti cominciano a disprezzare e mettono tutti contro di te. E naturalmente ti diffamano. Sono persone che non amano la correzione, e questo perché sono degli insensati.

Sono capaci di minacciarti fisicamente, e di metterti le mani addosso all’occorrenza.

Sono ecumenici, alcuni apertamente altri sotto sotto.

Amano e praticano la menzogna. Oggi dicono una cosa, domani un’altra, e se glielo fai notare ti dicono che tu hai capito male. Dicono svariate menzogne per coprire i loro misfatti e i loro affari.

Arrivano a cacciare dalla comunità coloro che si santificano, mentre si tengono stretti i fornicatori, gli adulteri, gli omosessuali, i ladri, i bugiardi, e altri che si comportano in maniera indegna.

“Guai ai pastori che distruggono e disperdono il gregge del mio pascolo! dice l’Eterno” (Geremia 23:1).

Chi ha orecchi da udire oda

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/07/16/pastori-corrotti/

Contro la dottrina di Balaam

Introduzione

Dalla Scrittura è chiamata la dottrina di Balaam, perché fu lui ad insegnarla per prima. Ed è una dottrina perversa che viene insegnata da taluni pastori evangelici (soprattutto in ambito non Pentecostale). Innanzi tutto vediamo chi era questo Balaam e perché insegnò questa dottrina.

La Scrittura dice: “Or Balak, figliuolo di Tsippor, vide tutto quello che Israele aveva fatto agli Amorei; e Moab ebbe grande paura di questo popolo, ch’era così numeroso; Moab fu preso d’angoscia a cagione dei figliuoli d’Israele. Onde Moab disse agli anziani di Madian: ‘Ora questa moltitudine divorerà tutto ciò che è dintorno a noi, come il bue divora l’erba dei campi’. Or Balak, figliuolo di Tsippor era, in quel tempo, re di Moab. Egli mandò ambasciatori a Balaam, figliuolo di Beor, a Pethor che sta sul fiume, nel paese dei figliuoli del suo popolo per chiamarlo e dirgli: ‘Ecco, un popolo è uscito d’Egitto; esso ricopre la faccia della terra, e si è stabilito dirimpetto a me; or dunque vieni, te ne prego, e maledicimi questo popolo; poiché è troppo potente per me; forse così riusciremo a sconfiggerlo, e potrò cacciarlo dal paese; poiché so che chi tu benedici è benedetto, e chi tu maledici è maledetto” (Numeri 22:2-6).

Ora, questo Balaam che era profeta rifiutò di andare da Balak, ma Balak lo mandò a chiamare di nuovo, ed a questo suo secondo invito egli decise di recarsi da Balak. Quando Balaam arrivò presso Balak pronunziò degli oracoli di Dio perché Dio gli mise le sue parole in bocca; ed invece di maledire Israele, come Balak pensava avrebbe fatto, egli lo benedisse infatti Balaam disse: “Ecco, ho ricevuto l’ordine di benedire; egli ha benedetto; io non revocherò la benedizione” (Numeri 23:20).

Egli lo benedisse per ben tre volte, e quando Balak vide ciò si adirò contro Balaam e gli disse: “Io t’ho chiamato per maledire i miei nemici, ed ecco che li hai benedetti già per la terza volta. Or dunque fuggitene a casa tua! Io avevo detto che ti colmerei di onori; ma, ecco, l’Eterno ti rifiuta gli onori” (Numeri 24:10-11). Così Balak mandò via Balaam il quale prima di andarsene preannunziò per lo Spirito a Balak, la rovina di Moab il popolo di cui Balak era re in quel tempo, infatti disse: “Lo vedo, ma non ora; lo contemplo, ma non vicino: un astro sorge da Giacobbe, e uno scettro s’eleva da Israele, che colpirà Moab da un capo all’altro e abbatterà tutta quella razza turbolenta” (Numeri 24:17).

Ora, va detto che esaminando gli oracoli di Balaam bisogna dire che in essi non v’è nulla di storto o di falso, ma che essi sono Parola di Dio, e non potrebbe essere altrimenti perché quelle proferite da Balaam furono parole che egli pronunziò sospinto dallo Spirito Santo. Le scritture che attestano ciò sono le seguenti: “Allora l’Eterno mise delle parole in bocca a Balaam e gli disse: Torna da Balak, e parla così” (Numeri 23:5) e: “E l’Eterno si fece incontro a Balaam, gli mise delle parole in bocca e gli disse: Torna da Balak, e parla così” (Numeri 23:16), e: “E, alzati gli occhi, Balaam vide Israele accampato tribù per tribù; e lo Spirito di Dio fu sopra lui. E Balaam pronunziò il suo oracolo…” (Numeri 24:2-3).

Dunque Balaam rifiutò di maledire Israele, egli quindi agì in maniera giusta. Ma proseguendo nel leggere la storia del viaggio d’Israele nel deserto si scopre che questo stesso Balaam insegnò a Balak come fare cadere nel peccato Israele. E’ scritto infatti: “Or Israele era stanziato a Sittim, e il popolo cominciò a darsi alla impurità con le figliuole di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò dinnanzi agli dèi di quelle. Israele si unì a Baal-Peor, e l’ira dell’Eterno si accese contro Israele (…..) Di quel flagello morirono ventiquattromila persone” (Numeri 25:3,9). Quindi gli Israeliti commisero fornicazione con le figliuole di Moab, le quali li trascinarono a mangiare delle cose sacrificate agli idoli di Moab ed a prostrarsi davanti ad essi. Qualcuno dirà: ‘Ma cosa c’entra Balaam in tutto questo?’ C’entra, perché le figliuole di Moab trascinarono gli Israeliti in quella infedeltà contro Dio a suggestione di Balaam, il quale in seguito, quando Dio ordinò a Mosè di vendicare i figliuoli d’Israele, fu ucciso di spada (cfr. Numeri 31:16,8).

Quindi, quello che le figliuole di Moab fecero, lo fecero perché Balaam disse loro di farlo, e questo lo confermò il Signore Gesù quando, parlando di Balaam all’angelo della chiesa di Pergamo, disse che Balaam “insegnava a Balac a porre un intoppo davanti ai figliuoli d’Israele, inducendoli a mangiare delle cose sacrificate agli idoli e a fornicare” (Apocalisse 2:14). Balaam sapeva che se Israele avesse commesso fornicazione e avesse mangiato delle cose sacrificate agli idoli si sarebbe attirato l’ira di Dio (Dio aveva infatti ordinato ad Israele: “Guardati dal fare lega con gli abitanti del paese, affinché, quando quelli si prostituiranno ai loro dèi e offriranno sacrifici ai loro dèi, non avvenga ch’essi t’invitino, e tu mangi dei loro sacrifici, e prenda delle loro figliuole per i tuoi figliuoli, e le loro figliuole si prostituiscano ai loro dèi, e inducano i tuoi figliuoli a prostituirsi ai loro dèi” – Esodo 34:15-16), e perciò insegnò a Balak a far fare a Israele proprio quello che Dio aborriva, e questo lo fece per amore di lucro perché egli cercò il suo proprio interesse. Anche oggi di uomini che insegna­no cose che non dovrebbero per amore di disonesto guadagno come fece Balaam ce ne sono e noi da costoro siamo chiamati a guardarci.

Confutazione

Anticamente, in alcune Chiese dell’Asia vi erano credenti che professavano questa perversa dottrina. Ve ne erano nella chiesa di Pergamo infatti il Signore disse all’angelo di quella chiesa: “Ma ho alcune poche cose contro di te: cioè, che tu hai quivi di quelli che professano la dottrina di Balaam (…) Ravvediti dunque; se no, verrò tosto a te, e combatterò contro a loro con la spada della mia bocca” (Apocalisse 2:14,16); come anche nella chiesa di Tiatiri infatti il Signore disse all’angelo di quella Chiesa: “Ma ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agl’idoli. E io le ho dato tempo per ravvedersi, ed ella non vuole ravvedersi della sua fornicazione. Ecco, io getto lei sopra un letto di dolore, e quelli che commettono adulterio con lei in una gran tribolazione, se non si ravvedono delle opere d’essa. E metterò a morte i suoi figliuoli; e tutte le chiese conosceranno che io sono Colui che investigo le reni ed i cuori; e darò a ciascuno di voi secondo le opere vostre” (Apocalisse 2:20-23). Vorrei farvi notare che il Signore non ammonì solamente coloro che insegnavano e praticavano la dottrina di Balaam, ma anche quelli che la tolleravano, e questo ci fa comprendere come noi non dobbiamo tollerare chi la insegna altrimenti il Signore ci riprenderà. Se sorge quindi fra voi qualcuno che comincia ad insegnare questa dottrina esso deve essere subito ripreso severamente, e se non vuole ravvedersi deve essere messo al largo dalla fratellanza, perché di certo corromperebbe tutti secondo che è scritto: “Un pò di lievito fà lievitare tutta la pasta” (1 Corinzi 5:6). Badate che secondo quello che insegna la Scrittura, sia coloro che insegnano questa dottrina e sia coloro che la praticano, se non si ravvedono verranno giudicati da Dio. Vi ricordo infatti a tale riguardo che nel deserto Dio fece morire ventiquattromila persone, per essersi dati alla fornicazione ed essersi messi a mangiare cose sacrificate agli idoli (il che è idolatria), ed anche che il Signore disse che se Jezabel e i suoi servitori non si fossero ravveduti delle loro opere malvage (fornicazione e idolatria) egli li avrebbe puniti. Questo lo dico affinché nessuno v’inganni con parole seducenti facendovi passare la fornicazione e l’idolatria come cose buone; state attenti perché per queste cose “l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli” (Efesini 5:6).

Considerando attentamente quello che Balaam insegnò, bisogna riconoscere che egli insegnava a fare proprio due tra le cose da cui gli apostoli e gli anziani che si riunirono a Gerusalemme (attorno alla metà del primo secolo dopo Cristo) ci hanno comandato di astenerci. A Gerusalemme, gli apostoli e gli anziani si riunirono per discutere la questione che era sorta, e cioè se comandare ai Gentili di farsi circoncidere e d’osservare la legge di Mosè (come dicevano alcuni) o no. Dopo avere discusso la questione presero una unanime decisione; decisione che fu messa per iscritto e mandata ai credenti di fra i Gentili che erano in Antiochia, in Siria e in Cilicia. In quella lettera furono scritte queste parole: “Gli apostoli e i fratelli anziani, ai fratelli di fra i Gentili che sono in Antiochia, in Siria ed in Cilicia, salute. Poiché abbiamo inteso che alcuni, partiti di fra noi, vi hanno turbato coi loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre, benché non avessimo dato loro mandato di sorta, è parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli assieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno esposto la propria vita per il nome del Signor nostro Gesù Cristo. Vi abbiamo dunque mandato Giuda e Sila; anch’essi vi diranno a voce le medesime cose. Poiché è parso bene allo Spirito Santo ed a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie; cioè: che v’asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi. State sani” (Atti 15:23-29).

Quindi, noi ci dobbiamo guardare anche dalla fornicazione e dal mangiare cose sacrificate agli idoli, secondo quello che è parso bene in primo luogo allo Spirito della verità di imporci per il nostro bene.

La fornicazione e il mangiare cose sacrificate agli idoli: perchè sono da evitare

Vediamo in che cosa consistono questi peccati e perché noi li dobbiamo fuggire.

Paolo scrisse ai santi di Corinto: “Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; e Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza. Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Torrò io dunque le membra di Cristo per farne membra d’una meretrice? Così non sia. Non sapete voi che chi si unisce a una meretrice è un corpo solo con lei? Poiché, dice Iddio, i due diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui. Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1 Corinzi 6:13-20).

Ora, noi credenti dal momento che abbiamo creduto nel Signore, ci siamo uniti al Signore e siamo diventati un solo spirito con lui (“questo mistero è grande” Efesini 5:32, diceva Paolo).

Quindi, come l’uomo dopo che lascia suo padre e sua madre e si unisce alla sua moglie diventa una sola carne assieme a sua moglie, così noi che dopo essere fuggiti dalle contaminazioni del mondo ci siamo uniti al Signore “siamo divenuti una stessa cosa con lui” (Romani 6:5); perciò le nostre membra sono diventate le membra di Cristo. Esse non ci appartengono, perché sono di Cristo; siamo il tempio dello Spirito Santo perché lo Spirito di Dio abita in noi. Ora, questo tempio è santo ed appartiene a Dio, e ci viene comandato di fuggire la fornicazione e di conservarlo in santità ed onore fino alla venuta del nostro Signore. Ma perché dobbiamo fuggire la fornicazione? Perché é un peccato; ed é un peccato diverso dagli altri peccati perché mentre ogni altro peccato che l’uomo commette è fuori del corpo, il fornicatore pecca contro il proprio corpo. Egli pecca contro il tempio di Dio profanandolo e contaminandolo, perché si unisce carnalmente ad una donna che non è sua moglie. Dico ad una donna che non è sua moglie perché, non commette fornicazione solo l’uomo che si unisce ad una meretrice, ma anche l’uomo che, per esempio, ha una relazione carnale con la sua propria fidanzata e questo perché Dio ha detto: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:24). La relazione carnale è legittima e non costituisce peccato quando avviene con la propria moglie, ma qualsiasi rapporto con una donna che non è la propria moglie è peccato.

Per ciò che riguarda le cose sacrificate agli idoli vediamo quello che Paolo scrisse ai Corinzi perché le sue parole ci fanno comprendere perché noi dobbiamo astenerci dal mangiarle.

Paolo ha scritto: “Guardate l’Israele secondo la carne; quelli che mangiano i sacrifici non hanno essi comunione con l’altare? Che dico io dunque? Che la carne sacrificata agli idoli sia qualcosa? Che un idolo sia qualcosa? Tutt’altro; io dico che le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demoni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demoni. Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. O vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?” (1 Corinzi 10:19-22).

Paolo innanzi tutto dice di guardare all’Israele secondo la carne per comprendere come i Giudei, quando mangiavano i sacrifici offerti a Dio sull’altare degli olocausti, avevano comunione con l’altare, quindi con qualche cosa di santissimo perché l’altare era santissimo infatti dopo che esso fu costruito per ordine di Dio, Dio disse a Mosè: “Ungerai pure l’altare degli olocausti e tutti i suoi utensili, consacrerai l’altare, e l’altare sarà santissimo” (Esodo 40:10). Dunque gli Israeliti quando mangiavano i sacrifici che essi offrivano a Dio non avevano affatto comunione coi demoni perché era stato Dio a comandare loro di offrirgli dei sacrifici sull’altare mediante il fuoco: quei sacrifici erano offerti a Dio.

Ma la stessa cosa non si può dire per i Gentili e le cose che essi sacrificano sui loro altari ai loro idoli. Perché? Perché, benché l’idolo sia nulla, le carni che i Gentili sacrificano le sacrificano ai demoni e non a Dio. Sono chiamate “cose contaminate nei sacrifici agl’idoli” (Atti 15:20) perché, pure essendo dei cibi che Dio ha creati, nel momento in cui i Gentili le consacrano ai loro idoli e le sacrificano ai loro dèi si contaminano. Ma si contaminano pure coloro che le mangiano perché essi si mettono ad avere comunione coi demoni.

Che cosa avviene quindi se dei credenti mangiano delle cose sacrificate ad un idolo? Paolo innanzi tutto dice che la loro coscienza, essendo debole è contaminata infatti disse ai Corinzi: “Alcuni, abituati finora all’idolo, mangiano di quelle carni com’essendo cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata” (1 Corinzi 8:7), e poi fa chiaramente capire che essi provocano il Signore a gelosia. E che sia così è confermato dal fatto che quando gli Israeliti abbandonarono Dio e andarono dietro agli idoli delle nazioni prostrandosi davanti ad essi e offrendo loro dei sacrifici, provocarono a gelosia il Signore e si contaminarono infatti è scritto: “Essi l’hanno mosso a gelosia con divinità straniere, l’hanno irritato con abominazioni. Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio” (Deuteronomio 32:16-17), ed anche: “Essi si contaminarono con le loro opere…” (Salmo 106:39). Quindi fratelli, vegliamo per non contaminarci e per non provocare Dio a gelosia. Ricordatevi che “lo Spirito che Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia” (Giacomo 4:5).

Sempre su questo tema, cioè sulle cose sacrificate agli idoli, ecco come Paolo ha detto di comportarsi: “Mangiate di tutto quello che si vende al macello senza fare inchieste per motivo di coscienza; perché al Signore appartiene la terra e tutto quello ch’essa contiene. Se qualcuno dei non credenti v’invita, e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza. Ma se qualcuno vi dice: Questa è cosa di sacrifici, non ne mangiate per riguardo a colui che v’ha avvertito, e per riguardo alla coscienza; alla coscienza, dico, non tua, ma di quell’altro; infatti, perché la mia libertà sarebb’ella giudicata dalla coscienza altrui? E se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie? Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” (1 Corinzi 10:25-31).

Noi credenti quindi possiamo mangiare liberamente, rendendo grazie a Dio, di tutto quello che si vende al macello e di tutto quello che gli increduli ci mettono davanti quando essi ci invitano e noi ci andiamo, ma questo, abbiamo il diritto ed il dovere di farlo senza fare inchieste. Questo significa che quando andiamo in macelleria non ci dobbiamo mettere a domandare: ‘Questa carne è per caso sacrificata (o consacrata) ad un idolo’, e che quando andiamo a casa di non credenti non ci dobbiamo mettere a fare loro delle domande simili sui cibi che essi ci offrono da mangiare. Però, in quest’ultimo caso, se essi ci dicono: ‘Guardate che questa cosa é sacrificata ad un idolo’, allora noi abbiamo il dovere di astenerci da essa per non venire criticati aspramente per quello di cui rendiamo grazie ed anche per non fare pensare nell’intimo dei non credenti che noi che diciamo di avere conosciuto il solo vero Dio abbiamo la libertà di mangiare pure di quella cosa sacrificata all’idolo. Voi sapete che gli increduli si vantano dei sacrifici che essi consacrano ai loro idoli e noi dobbiamo togliergli ogni occasione di vantarsi a nostre spese. Noi credenti siamo chiamati anche a mangiare ed a bere alla gloria di Dio, per questo dobbiamo togliere a chicchessia l’occasione di biasimare il nome di Dio a motivo della nostra condotta.

Di cose contaminate nei sacrifici agli idoli ve ne sono anche in questa nazione perché anche in questa nazione vi sono idoli che sono amati, adorati e serviti da quelli che non conoscono Dio. In questa nazione chiamata falsamente cristiana vi sono moltitudini di persone che quotidianamente vanno in delirio per degli idoli. Sono idoli, quantunque non rappresentino un uccello, od un cane, o un serpente, ma solo delle persone scomparse d’in sulla faccia della terra (Maria, Giuseppe, Pietro, ecc.,) e per tradizione, coloro che li adorano, offrono loro e gli dedicano svariate cose; carni, dolci, frutta. Noi, è proprio da queste cose che ci dobbiamo astenere al fine di non provocare a gelosia il Signore.

Con un tale non dovete neppure mangiare

Voglio infine ricordarvi che Paolo disse ai Corinzi: “V’ho scritto nella mia epistola di non mischiarvi coi fornicatori; non del tutto però coi fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i rapaci, o con gl’idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppur mangiare. Poiché, ho io forse da giudicar que’ di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Que’ di fuori li giudica Iddio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi” (1 Corinzi 5:9-12). Il che significa che con uno che si dice fratello, ma è fornicatore o idolatra (chi mangia cose sacrificate agli idoli è un idolatra), noi non dobbiamo neppure mangiare. Ci dobbiamo separare da lui, togliendolo di mezzo dall’assemblea dei santi, ammonendolo, nella speranza che Dio gli conceda di ravvedersi e fare frutti degni di ravvedimento. E questo perché un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta. Dunque la Scrittura ci dice come ci dobbiamo comportare verso coloro che professano la dottrina di Balaam.

Termino dicendovi questo, nessuno vi seduca con vani ragionamenti. Levate la vostra voce contro la dottrina di Balaam, non state zitti. Non tollerate né coloro che la insegnano e neppure coloro che la praticano.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/06/06/contro-la-dottrina-di-balaam/