Fratelli e sorelle nel Signore, in merito alla conversione del ladrone sulla croce è scritto : ‘E uno de’ malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: Non se’ tu il Cristo? Salva te stesso e noi! Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava e diceva: Non hai tu nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? E per noi è cosa giusta, perché riceviamo la condegna pena de’ nostri fatti, ma questi non ha fatto nulla di male. E diceva: Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno! E Gesù gli disse: Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso.’ (Luca 23:39-43) Ora, questo esempio deve servire per farci comprendere come Dio sia in grado di salvare un peccatore anche nell’ultimo istante della sua vita. E questo perché la salvezza la si ottiene per la sola grazia mediante la sola fede in Cristo Gesù, il Figliuolo di Dio, e non per opere. Ma di questa conversione ce ne ha parlato solo Luca, mentre gli altri tre vangeli riportano quanto segue : ‘Allora furon con lui crocifissi due ladroni, uno a destra e l’altro a sinistra. E coloro che passavano di lì, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: Tu che disfai il tempio e in tre giorni lo riedifichi, salva te stesso, se tu sei Figliuol di Dio, e scendi giù di croce! Similmente, i capi sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: Ha salvato altri e non può salvar se stesso! Da che è il re d’Israele, scenda ora giù di croce, e noi crederemo in lui. S’è confidato in Dio; lo liberi ora, s’Ei lo gradisce, poiché ha detto: Son Figliuol di Dio. E nello stesso modo lo vituperavano anche i ladroni crocifissi con lui.’ (Matteo 27:38-44) ‘E con lui crocifissero due ladroni, uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. E quelli che passavano lì presso lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: Eh, tu che disfai il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso e scendi giù di croce! Parimente anche i capi sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano l’uno all’altro: Ha salvato altri e non può salvar se stesso! Il Cristo, il Re d’Israele, scenda ora giù di croce, affinché vediamo e crediamo! Anche quelli che erano stati crocifissi con lui, lo insultavano.’ (Marco 15:27-32) ‘Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, venne al luogo del Teschio, che in ebraico si chiama Golgota, dove lo crocifissero, assieme a due altri, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo’ (Giovanni 19:17-18) A differenza di Giovanni che dice ben poco del comportamento tenuto da questi due ladroni, sia Matteo che Marco ne parlano in questa maniera ‘lo vituperavano anche i ladroni crocifissi con lui’ e ‘quelli che erano stati crocifissi con lui, lo insultavano’. Quindi entrambi i ladroni hanno vituperato e insultato Gesù, eppure dall’evangelo scritto da Luca (che non fu per altro nemmeno un testimone oculare, ma che si informò accuratamente delle cose avvenute) scopriamo che prima di morire uno dei due fù salvato! Badate bene che furono entrambi i ladroni a vituperare e ad insultare Gesù e non fu uno solo a farlo, e questo perché la conversione di uno di questi due ladroni non avvenne molto tempo prima per poi manifestarsi mentre egli era in croce, ma avvenne proprio negli ultimi istanti della sua vita, e fu proprio in quegli ultimi istanti che pentitosi si mise a sgridare colui che continuava ancora a ingiuriarlo. Ora, in questo preciso caso Dio ha voluto farci sapere della conversione di quel tale, ma è sempre cosi? Cioè, Dio deve necessariamente renderci noto chi salva e chi no? Deve forse operare il Signore seguendo i nostri criteri o la nostra logica? Cosi non sia. Egli fa ciò che vuole e agisce dunque come vuole. Considerate solo per un attimo se nelle nostre mani avessimo avuto solo l’evangelo di Matteo o quello di Marco o entrambi, e fossimo arrivati alla conclusione errata che quei due malfattori fossero ora all’inferno : sarebbe stato un giudizio giusto il nostro? No, non lo sarebbe stato. Se invece ci fossimo astenuti dal dare questo tipo di giudizio non avremmo di certo sbagliato. Fratelli e sorelle nel Signore, quello che voglio dire è che la nostra certezza risiede nel fatto che tutti coloro che non avranno creduto in Gesù e che sono morti dunque nei loro peccati se ne andranno all’inferno, ma questo non ci autorizza a dire che ‘tizio e caio’ – senza che noi fossimo stati presenti quando ‘tizio e caio’ hanno spirato o in assenza di ricerche approfondite sulla loro morte – sono all’inferno, poichè non abbiamo la piena certezza che lo siano. E’ vero che dobbiamo parlare con certezza ma è altresì vero che dobbiamo parlare in verità, ed è quindi necessario che per parlare in maniera cosi categorica ci siano delle prove inconfutabili di ciò che affermiamo. E’ chiaro poi che la stragrande maggioranza di coloro che hanno vissuto una vita nel peccato, immersi nelle concupiscenze della carne, non essendosi ravveduti neanche in punto di morte siano ora all’inferno; ma io credo anche che una piccolissima minoranza di loro siano stati salvati dal Signore, indipendentemente se si sia saputo o meno, poiché anch’essi facenti parte dei suoi eletti. Ponete il caso che un uomo malvagio, un bestemmiatore, un oltraggiatore, un uomo pericoloso e conosciuto da tutti per la sua condotta empia sia morto in casa sua mentre era solo, senza dunque nessun testimone che abbia assistito alla sua morte, ma che il Signore a nostra insaputa lo abbia salvato prima di morire, donandogli sia il ravvedimento che la fede. O ponete ancora il caso che quantunque vi fossero dei testimoni oculari pure non dando importanza a quelle parole penitenti rivolte al Signore, o magari vergognandosi per lui di quel che ha fatto e per non farlo apparire come un ‘debole’ di fronte alla società, nemmeno lo riferiscono agli altri. Ora dico, lo sapremo mai che quel tale fù salvato dal Signore? No, a meno che Dio non dia una rivelazione a qualcuno e lo rendi noto. Ma Dio è forse in dovere di dare questa rivelazione? E’ in dovere di farci sapere ciò che Egli fa? Non sempre fratelli il Signore ci rivela la Sua volontà. E se noi ci mettessimo a dire che quel tale sia all’inferno, stiamo forse dicendo la verità? No, non stiamo dicendo la verità. Semmai, per non sbagliare, possiamo dire di tutti costoro che ‘se non si sono ravveduti e non hanno creduto nel Signore’ ora sono per certo all’inferno. Questo lo possiamo dire essendo certi di affermare la verità e senza paura di essere smentiti. Che questo ci serva dunque da ammaestramento fratelli per non emettere dei giudizi affrettati e soprattutto ingiusti.
Salvatore Larizza