La spudorata menzogna diffusa dagli antipentecostali sulle lingue

Le Chiese Evangeliche cessazioniste – Chiese Battiste, Riformate, Presbiteriane, Chiese dei Fratelli, Chiese Valdesi ed altre – dicono che con la morte degli apostoli cessarono nella Chiesa sia il parlare in lingue che le altre manifestazioni dello Spirito, come miracoli e guarigioni compiuti nel nome di Gesù; e la data di questa cessazione sarebbe la fine del primo secolo dopo Cristo, in quanto l’apostolo Giovanni morì in quel periodo.

Ora, io voglio sottolineare quello che dicono i cessazionisti sulle lingue, citando uno dei loro massimi esponenti a livello mondiale, vale a dire John F. MacArthur Jr. Per farvi capire di chi sto parlando – cioè che sto parlando di un predicatore di fama mondiale – vi trascrivo una breve presentazione di questo predicatore così come si trova sul sito http://www.zam.it/ :

‘Conosciuto per il suo approccio completo e franco all’insegnamento della Parola di Dio, la Bibbia, John MacArthur è un pastore evangelico di quinta generazione, autore e oratore di fama internazionale. Dal 1969 è impegnato come pastore e insegnante presso la Grace Community Church a Sun Valley, California. Le predicazioni di John raggiungono la maggior parte del mondo tramite il suo lavoro multimediale Grace To You, con uffici in Australia, Canada, Europa, India, Nuova Zelanda, Singapore, e Sud Africa. Grace To You non solo produce programmi radiofonici per oltre 2000 radio (in lingua inglese e spagnola), ma distribuisce libri, software, cassette e CD con studi e sermoni di John MacArthur. In 36 anni, Grace To You ha distribuito più di 13 milioni di CD e audiocassette. John è presidente di The Master’s College e The Master’s Seminary. Ha scritto centinaia di libri e manuali di studio biblico, molto utili e pratici per la vita quotidiana. I suoi lavori pubblicati in italiano includono “Al Sicuro Fra Le Braccia di Dio”, “La Verità Celeste Sulla Morte di Un Bambino”, e “Il Commentario del Nuovo Testamento”.

Ora, questo pastore evangelico ha scritto un libro molto noto soprattutto tra gli antipentecostali che si intitola ‘I Carismatici: prospettiva dottrinale del movimento carismatico’ pubblicato da Edizioni Centro Biblico, in cui vengono espresse le ben note obiezioni al battesimo con lo Spirito Santo con l’evidenza del parlare in lingue, e ai doni spirituali. E naturalmente tra le tante obiezioni mosse all’attualità delle lingue c’è pure quella che esse sono cessate.

Ora, ascoltate cosa afferma questo predicatore sulla cessazione delle lingue:
’5. Le lingue sono menzionate soltanto nei primi libri del Nuovo Testamento. L’unica epistola in cui si parli delle lingue è 1 Corinzi, mentre Paolo ne scrisse almeno altre dodici e in nessun’altra fa cenno a questo dono, come non ne fanno mai nè Pietro, nè Giacomo nè Giuda. Questo dono appare per un breve periodo, nei primi anni della chiesa, quando veniva diffusa la nuova rivelazione di Dio e si stabiliva la chiesa: una volta avvenuto questo, le lingue scomparvero, cessarono. 6. La storia dice che le lingue cessarono. In 1 Corinzi 13:8 il verbo pauo ci dice che le lingue dovevano cessare, significando che non sarebbero più ricominciate, e gli ultimi libri del Nuovo Testamento non ne fanno più menzione. Cleon Rogers, uno studioso missionario, ha scritto: «E’ significativo che in nessuno scritto dei Padri post-apostolici si trovi il minimo riferimento, la minima allusione e il minimo accenno al dono delle lingue» (Cleon L. Rogers, Jr. «The Gift of Tongues in the Post Apostolic Church»). …. Nei primi quattro-cinquecento anni della chiesa, gli unici a parlare in «lingue» di cui si abbia notizia furono i seguaci di Montano, dichiarato eretico (vedi capitolo 3), e del suo discepolo Tertulliano’ (John MacArthur, ‘I Carismatici: prospettiva dottrinale del movimento carismatico’, Edizioni Centro Biblico, 1987, pag. 197).

Ma questa è una spudorata menzogna, in quanto Ireneo (115-150 – 202 circa), vescovo di Lione, che non era un eretico ma combatteva gli eretici, – e che è tra i cosiddetti padri post-apostolici http://www.catholicapologetics.org/ap040600.htm – nella sua famosa opera apologetica Contro le Eresie che risale al 180 circa, scrisse quanto segue: ‘Dunque, anche, coloro che sono veramente Suoi discepoli, ricevendo grazia da Lui, fanno nel suo Nome [miracoli], in maniera da promuovere il benessere di altri uomini, secondo il dono che ognuno ha ricevuto da Lui. Perché alcuni cacciano certamente e veramente diavoli, cosicché frequentemente quelli che sono stati in questa maniera purificati dagli spiriti malvagi credono [in Cristo] e si uniscono alla Chiesa. Altri hanno preconoscenza di cose a venire: essi vedono visioni, ed emettono delle espressioni profetiche. Altri ancora guariscono gli ammalati imponendo loro le mani, ed essi sono guariti. Inoltre, sì, come ho detto, persino i morti sono stati risuscitati, e sono rimasti in mezzo a noi per molti anni. E che dirò di più? Non è possibile nominare il numero dei doni che la Chiesa [sparsa] per tutto il mondo ha ricevuto da Dio nel nome di Gesù Cristo’ (Contro le Eresie, Libro II, cap. 32,4),

ed ancora: ‘Similmente, sentiamo molti fratelli nella Chiesa, i quali possiedono doni profetici e che, per mezzo dello Spirito, parlano ogni genere di lingue e manifestano [o portano alla luce] per l’utile comune le cose nascoste degli uomini e dichiarano i misteri di Dio …’ (Contro le Eresie, Libro V, cap. 6,1).

Da: http://www.newadvent.org/fathers/0103.htm

Come si può vedere, la testimonianza di Ireneo è molto chiara. Ai suoi giorni c’erano dei fratelli che parlavano in lingue per lo Spirito. E si noti che non c’erano solo fratelli che parlavano in lingue, ma anche credenti che profetizzavano, ricevevano rivelazioni divine, e che compivano miracoli e guarigioni nel nome di Gesù.

Ireneo infatti usò i verbi AL PRESENTE e non AL PASSATO:
– fanno nel suo Nome [miracoli]
– alcuni cacciano certamente e veramente diavoli, cosicché frequentemente quelli che sono stati in questa maniera purificati dagli spiriti malvagi credono [in Cristo] e si uniscono alla Chiesa
– altri hanno preconoscenza di cose a venire: essi vedono visioni, ed emettono delle espressioni profetiche.
– altri ancora guariscono gli ammalati imponendo loro le mani, ed essi sono guariti.
– molti fratelli nella Chiesa possiedono doni profetici e per mezzo dello Spirito, parlano ogni genere di lingue e manifestano [o portano alla luce] per l’utile comune le cose nascoste degli uomini e dichiarano i misteri di Dio …

Questo dimostra che ai suoi giorni quelle manifestazioni spirituali esistevano ancora e non si credeva affatto che con la morte degli apostoli o con il completamento del canone del Nuovo Testamento fossero cessate.

Se quindi si rileggono le parole di MacArthur alla luce di quanto afferma Ireneo, non si può che gridare allo scandalo, perchè con le sue parole lui ha voluto ingannare i fratelli. Non è solo la Bibbia infatti a dargli torto, ma anche una testimonianza extra-biblica. Giudicate voi da persone intelligenti. Questo dimostra che quando si vuole difendere una menzogna si usano altre menzogne per soffocare la verità.

In merito poi alle parole di Paolo “quanto alle lingue, esse cesseranno”, voglio darvi la corretta spiegazione biblica, che è presente nel mio libro ‘Perchè un Cristiano non può e non deve essere un cessazionista’.
‘Le lingue un giorno cesseranno, infatti Paolo dice ai santi di Corinto: “La carità non verrà mai meno. Quanto alle profezie, esse verranno abolite; quanto alle lingue, esse cesseranno; quanto alla conoscenza, essa verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito. Quand’ero fanciullo, parlavo da fanciullo, pensavo da fanciullo, ragionavo da fanciullo; ma quando son diventato uomo, ho smesso le cose da fanciullo. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come anche sono stato appieno conosciuto. Or dunque queste tre cose durano: fede, speranza, carità; ma la più grande di esse è la carità” (1 Corinzi 13:8-13).
Ma avete notato quando cesseranno? Quando la perfezione sarà venuta, difatti allora verranno abolite le profezie, come anche verrà abolita la conoscenza. E quando verrà la perfezione per i santi? Quando essi otterranno un corpo perfetto, cosa che avverrà alla resurrezione dei giusti al ritorno di Cristo.
In merito alla perfezione che ha da venire vorrei farvi notare questo. Noi abbiamo già ottenuto una perfezione, quella quanto alla coscienza, secondo che è scritto: “Poiché la legge, avendo un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose, non può mai con quegli stessi sacrificî, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, render perfetti quelli che s’accostano a Dio. Altrimenti non si sarebb’egli cessato d’offrirli, non avendo più gli adoratori, una volta purificati, alcuna coscienza di peccati? Invece in quei sacrificî è rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; perché è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati. (Ebrei 10:1-4), ed anche: “… noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre. E mentre ogni sacerdote è in piè ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte gli stessi sacrificî che non possono mai togliere i peccati, questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio, aspettando solo più che i suoi nemici sian ridotti ad essere lo sgabello dei suoi piedi. Perché con un’unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che son santificati” (Ebrei 10:10-14). E’ di questa perfezione che parla sempre lo scrittore agli Ebrei più avanti quando, dopo avere elencato tanti esempi di fede, dice: “E tutti costoro, pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello ch’era stato promesso, perché Iddio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, ond’essi non giungessero alla perfezione senza di noi” (Ebrei 11:39-40). Quindi, questa perfezione quanto alla coscienza è giunta con la venuta di Cristo, perchè è stato grazie al suo sacrificio che noi siamo stati resi perfetti quanto alla coscienza.
Ma come abbiamo visto, Paolo parla di un’altra perfezione, che ha da venire, e questa è quella del corpo, che noi sperimenteremo alla resurrezione dei morti, in quanto in quel giorno otterremo la redenzione del corpo, o meglio la piena redenzione. E difatti Paolo nello scrivere ai santi di Filippi, mette la perfezione in relazione alla resurrezione dei morti, secondo che dice: “Ma le cose che m’eran guadagni, io le ho reputate danno a cagion di Cristo. Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le reputo tanta spazzatura affin di guadagnare Cristo, e d’esser trovato in lui avendo non una giustizia mia, derivante dalla legge, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo; la giustizia che vien da Dio, basata sulla fede; in guisa ch’io possa conoscere esso Cristo, e la potenza della sua risurrezione, e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dai morti. Non ch’io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il corso se mai io possa afferrare il premio; poiché anch’io sono stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non reputo d’avere ancora ottenuto il premio; ma una cosa fo: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno dinanzi, proseguo il corso verso la mèta per ottenere il premio della superna vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi 3:7-14). Avete notato che Paolo immediatamente dopo avere detto “per giungere in qualche modo alla risurrezione dai morti” dice: “Non ch’io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il corso se mai io possa afferrare il premio”? E quando otterremo il premio? Non è forse al ritorno di Cristo, in quanto Gesù dice: “Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è meco per rendere a ciascuno secondo che sarà l’opera sua” (Apocalisse 22:12)? E quindi vedete che anche la perfezione a cui Paolo riteneva di non essere ancora giunto, l’avrebbe ottenuta alla resurrezione dei giusti che si verificherà al ritorno di Cristo.
Che la perfezione di cui parla Paolo quando dice “ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito”, è quella che otterremo alla resurrezione dei morti perchè è in quel giorno che si compirà la nostra piena redenzione, e quindi le lingue dureranno fino ad allora, è confermato sempre da Paolo quando dice ai santi di Efeso: “In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l’evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s’è acquistati, a lode della sua gloria” (Efesini 1:13-14). Qualcuno dirà: ‘Cosa c’entra questo passo con il parlare in lingue?’ C’entra, perchè quando Paolo parla del suggello dello Spirito Santo che era stato promesso si riferisce alla promessa dello Spirito Santo, che nella vita del credente si adempie quando viene battezzato con lo Spirito e parla in lingue. Vi ricordo infatti che l’apostolo Pietro quando il giorno della Pentecoste parlò ai Giudei, disse loro: “Questo Gesù, Iddio l’ha risuscitato; del che noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite” (Atti 2:32-33). Per cui il parlare in lingue che avevano sentito quei Giudei faceva parte della promessa dello Spirito, o meglio del suggello dello Spirito Santo che era stato promesso. Cosa dice Paolo di questo suggello? Che esso è pegno della nostra eredità fino alla nostra piena redenzione. Se dunque questo pegno durerà fino alla piena redenzione, significa che durerà fino alla resurrezione dei morti in Cristo che si verificherà al ritorno di Cristo, e se durerà fino ad allora è evidente che anche il parlare in lingua che fa parte del suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, durerà fino ad allora. Dunque, quando i santi di Efeso che avevano ricevuto il suggello dello Spirito dopo avere creduto lessero queste parole, compresero immediatamente che il parlare in altra lingua sarebbe durato fino al ritorno di Cristo.
E tra quei santi c’erano pure i circa dodici discepoli che Paolo incontrò ad Efeso, incontro del quale negli Atti leggiamo quanto segue: “Or avvenne, mentre Apollo era a Corinto, che Paolo, avendo traversato la parte alta del paese, venne ad Efeso; e vi trovò alcuni discepoli, ai quali disse: Riceveste voi lo Spirito Santo quando credeste? Ed essi a lui: Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia lo Spirito Santo. Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed essi risposero: Del battesimo di Giovanni. E Paolo disse: Giovanni battezzò col battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che credesse in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù. Udito questo, furon battezzati nel nome del Signor Gesù; e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano. Erano, in tutto, circa dodici uomini” (Atti 19:1-7).
Ora, vi domando: ‘Ma quando quei discepoli, che parlavano in altra lingua, lessero nell’epistola di Paolo “In lui voi pure, dopo aver udito la parola della verità, l’evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s’è acquistati, a lode della sua gloria” (Efesini 1:13-14), pensate voi che essi abbiano pensato che il parlare in lingue – che faceva parte del suggello dello Spirito Santo che era stato promesso e che essi avevano ricevuto dopo che avevano creduto – sarebbe cessato con il completamento del canone del Nuovo Testamento?’ Io credo che una cosa del genere non gli sia venuta minimamente in mente, perchè le parole di Paolo fecero loro chiaramente intendere che invece esse dureranno fino alla resurrezione dei giusti (che vi ricordo nelle epistole di Paolo in alcuni punti poteva sembrare che si sarebbe verificata in quella generazione o comunque che non era poi così distante nel tempo, come quando dice ai Tessalonicesi: “Poiché questo vi diciamo per parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insiem con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore” 1 Tessalonicesi 4:15-17). Se questo dunque fu quello che compresero i santi di Efeso, anche noi oggi dobbiamo intendere che le lingue cesseranno alla nostra piena redenzione.
Inoltre, se le lingue fossero cessate perchè la perfezione è già giunta (e questa sarebbe costituita dal completamento del canone della Bibbia come affermano i cessazionisti), di conseguenza dovrebbe essere stata abolita pure la conoscenza, perchè la parziale conoscenza sarebbe stata abolita alla perfezione. Ma non mi risulta che noi attualmente possiamo dire di conoscere appieno.
E poi, se la perfezione fosse stata il completamento del canone della Bibbia, allora ciò vuol dire che l’apostolo Paolo non giunse alla perfezione mentre noi sì, infatti Paolo sarebbe morto attorno all’anno 67 dopo Cristo, mentre la perfezione sarebbe venuta attorno alla fine del primo secolo dopo Cristo (il libro dell’Apocalisse infatti sarebbe stato scritto in quel periodo). E questo è folle solo pensarlo. Seguendo il ragionamento dei cessazionisti, noi conosceremmo appieno mentre Paolo conosceva in parte!! Ecco a quale assurda conclusione si arriverebbe.
Ma io dico pure questo: ‘Ma voi ve li immaginate i santi di Corinto quando lessero per la prima volta questa epistola, cominciare a dire che Paolo aveva detto che quando il canone sarebbe stato completato sarebbero cessate le lingue?’ Noi proprio no, perchè i santi di Corinto non arrivarono a dire tale assurdità sulle lingue. E poi, proseguo io, come avrebbero potuto pensare che una volta completato il canone (completamento del canone del Nuovo Testamento di cui peraltro nella Chiesa in quel tempo non si parlava affatto perchè il problema di stabilire il canone completo del Nuovo Testamento sorse molto tempo dopo!) Dio avrebbe smesso di concedere le lingue, quando Paolo aveva loro detto all’inizio della sua epistola: “Io rendo del continuo grazie all’Iddio mio per voi della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; perché in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola e in ogni conoscenza, essendo stata la testimonianza di Cristo confermata tra voi; in guisa che non difettate d’alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo, il quale anche vi confermerà sino alla fine, onde siate irreprensibili nel giorno del nostro Signor Gesù Cristo” (1 Corinzi 1:4-8)? Notate che Paolo gli dice che essi non difettavano d’alcun dono mentre aspettavano la manifestazione del Signore Gesù Cristo (e questo era dovuto al fatto che la testimonianza di Cristo era stata confermata tra loro), il che vuol dire implicitamente che i doni sarebbero cessati quando Cristo sarebbe tornato, infatti per manifestazione di Cristo si intende la sua apparizione dal cielo, secondo che è scritto: “Diletti, ora siam figliuoli di Dio, e non è ancora reso manifesto quel che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giovanni 3:2).
Ora, noi sappiamo che talvolta gli apostoli quando parlavano del ritorno di Cristo (o della sua apparizione dal cielo), ne parlavano in maniera tale che apparentemente sembrava che potesse verificarsi nella loro generazione, come per esempio – e questo l’ho detto anche poco fa – quando Paolo dice ai Tessalonicesi: “Poiché questo vi diciamo per parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insiem con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore” (1 Tessalonicesi 4:15-17). E’ evidente dunque che quando i santi di Corinto sentirono parlare l’apostolo in quel modo, compresero che i doni sarebbero durati fino al ritorno di Cristo: non importa che lasso di tempo sarebbe rimasto fino al ritorno di Cristo, una cosa è certa, Dio li avrebbe confermati fino a quell’evento, non privandoli d’alcuno dei doni che essi possedevano, tra cui c’era quello delle lingue.
Quello che voglio dire è che per l’apostolo che una Chiesa di Dio non difettasse d’alcun dono nell’attesa del ritorno di Cristo era una cosa normale, che poteva accadere. Ecco perchè i cessazionisti mentono contro la verità, quando dicono che le lingue sono cessate’.

Quindi, mi rivolgo a voi Evangelici cessazionisti dicendovi che siete rimasti vittime di un grande inganno perpetrato a vostro danno dal padre della menzogna, cioè dal diavolo. Ravvedetevi quindi e accettate quello che dice la Bibbia sulle lingue, e sulle altre manifestazioni dello Spirito, e cioè che esse non sono cessate, ma sono ancora oggi per la Chiesa dell’Iddio vivente e vero.

Chi ha orecchi da udire, oda.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://giacintobutindaro.org/2011/09/09/la-spudorata-menzogna-diffusa-dagli-antipentecostali-sulle-lingue/

La promessa del Padre è anche per noi

Fratelli nel Signore, voglio che sappiate che la promessa dello Spirito Santo fatta da Dio tramite il profeta Gioele e confermataci dal suo Figliuolo Gesù Cristo è anche per noi, Gentili in Cristo Gesù, a distanza di circa duemila anni da quando ci fu lo spargimento di Spirito su quei circa centoventi nostri fratelli a Gerusalemme.
Ora vi spiegherò questo mediante le Sacre Scritture, affinché siate confermati, fortificati, consolati, ed anche affinché abbiate di che rispondere a tutti quei cianciatori, ribelli e seduttori di menti, presenti in molte Chiese che invece dicono o fanno capire che invece quella promessa non è più per noi nella stessa maniera in cui lo fu per i discepoli a Gerusalemme il giorno della Pentecoste quando lo Spirito scese su di essi ed essi furono ripieni di Spirito e cominciarono a parlare in altre lingue.
Gesù Cristo dopo essere risuscitato dai morti apparve ai suoi discepoli, e si fece vedere da loro per quaranta giorni. E poco prima di essere assunto in cielo alla destra di Dio – secondo il racconto di Luca nel libro degli Atti – ordinò agli apostoli “di non dipartirsi da Gerusalemme, ma di aspettarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udita da me. Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni” (Atti 1:4,5).
Quindi, come potete vedere, Gesù, per promessa del Padre, intese il battesimo con lo Spirito Santo. In quanto prima ordinò loro di aspettare il compimento della promessa del Padre, e poi spiegò in che cosa sarebbe consistito questo compimento dicendo loro: “Sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni”.
Nel Vangelo secondo Luca, verso la fine, lo scrittore dice che Gesù disse agli undici e a quelli che erano con loro: “Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza” (Luca 24:49). Notate che anche qui Gesù ha menzionato la promessa del Padre, dicendo che Egli avrebbe mandato su di loro quello che il Padre Suo aveva promesso.
Ho detto che Luca parla degli undici apostoli e di quelli che erano con loro per questa ragione. Luca dice quanto segue in merito all’apparizione di Cristo ai due discepoli sulla via di Emmaus e agli undici: “Ed ecco, due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio nominato Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e discorrevano tra loro di tutte le cose che erano accadute. Ed avvenne che mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si accostò e cominciò a camminare con loro. Ma gli occhi loro erano impediti così da non riconoscerlo. Ed egli domandò loro: Che discorsi son questi che tenete fra voi cammin facendo? Ed essi si fermarono tutti mesti. E l’un de’ due, per nome Cleopa, rispondendo, gli disse: Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che sono in essa avvenute in questi giorni? Ed egli disse loro: Quali? Ed essi gli risposero: Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole dinanzi a Dio e a tutto il popolo; e come i capi sacerdoti e i nostri magistrati l’hanno fatto condannare a morte, e l’hanno crocifisso. Or noi speravamo che fosse lui che avrebbe riscattato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da che queste cose sono avvenute. Vero è che certe donne d’infra noi ci hanno fatto stupire; essendo andate la mattina di buon’ora al sepolcro, e non avendo trovato il corpo di lui, son venute dicendo d’aver avuto anche una visione d’angeli, i quali dicono ch’egli vive. E alcuni de’ nostri sono andati al sepolcro, e hanno trovato la cosa così come aveano detto le donne; ma lui non l’hanno veduto. Allora Gesù disse loro: O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non bisognava egli che il Cristo soffrisse queste cose ed entrasse quindi nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano. E quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse andar più oltre. Ed essi gli fecero forza, dicendo: Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno è già declinato. Ed egli entrò per rimaner con loro. E quando si fu messo a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse, e spezzatolo lo dette loro. E gli occhi loro furono aperti, e lo riconobbero; ma egli sparì d’innanzi a loro. Ed essi dissero l’uno all’altro: Non ardeva il cuor nostro in noi mentr’egli ci parlava per la via, mentre ci spiegava le Scritture? E levatisi in quella stessa ora, tornarono a Gerusalemme e trovarono adunati gli undici e quelli ch’eran con loro, i quali dicevano: Il Signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone. Ed essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane. Or mentr’essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: Pace a voi! Ma essi, smarriti e impauriti, pensavano di vedere uno spirito. Ed egli disse loro: Perché siete turbati? E perché vi sorgono in cuore tali pensieri? Guardate le mie mani ed i miei piedi, perché son ben io; palpatemi e guardate; perché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che ho io. E detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma siccome per l’allegrezza non credevano ancora, e si stupivano, disse loro: Avete qui nulla da mangiare? Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; ed egli lo prese, e mangiò in loro presenza. Poi disse loro: Queste son le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che bisognava che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, ne’ profeti e nei Salmi, fossero adempiute. Allora aprì loro la mente per intendere le Scritture, e disse loro: Così è scritto, che il Cristo soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remission dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Or voi siete testimoni di queste cose. Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza. Poi li condusse fuori fino presso Betania; e levate in alto le mani, li benedisse. E avvenne che mentre li benediva, si dipartì da loro e fu portato su nel cielo. Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande allegrezza; ed erano del continuo nel tempio, benedicendo Iddio” (Luca 24:13-53).
Dunque Gesù prima appare ai due discepoli che stavano andando ad Emmaus, che non erano nel numero degli undici apostoli, infatti uno si chiamava Cleopa e l’altro non si dice il nome, comunque non erano nel numero degli undici. E difatti è scritto che dopo che Gesù sparì davanti a loro, “levatisi in quella stessa ora, tornarono a Gerusalemme e trovarono adunati gli undici e quelli ch’eran con loro, i quali dicevano: Il Signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone. Ed essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane” (Luca 24:33-35).
Ora cosa avvenne mentre essi parlavano? “Or mentr’essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: Pace a voi!” Chi furono dunque coloro in mezzo ai quali Gesù apparve mentre parlavano di quelle cose? Coloro che erano radunati in quell’occasione. E chi erano? Cleopa, un altro discepolo del Signore di cui non viene fatto il nome, poi c’erano gli undici apostoli, e poi altri discepoli di Cristo infatti Luca afferma: “E [Cleopa e l’altro discepolo] trovarono adunati gli undici e quelli ch’eran con loro, i quali dicevano: Il Signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone” (Luca 24:33-34). Dunque non c’erano solo gli undici apostoli in quella occasione, e quindi prestiamo molta attenzione alle cose che seguirono. Innanzi tutto Gesù mostrò loro le mani e i piedi per provargli che era proprio lui risorto, e non uno spirito, e poi Luca dice che “aprì loro la mente per intendere le Scritture, e disse loro: Così è scritto, che il Cristo soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remission dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Or voi siete testimoni di queste cose. Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza”. Avete notato allora? Che Gesù disse a tutti loro: “Or voi siete testimoni di queste cose. Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza” (Luca 24:48-49). Quindi l’ordine di non dipartirsi da Gerusalemme finchè dall’alto sarebbero stati rivestiti di potenza, Cristo non lo diede solo agli undici.
C’è un’altra cosa a cui voglio che prestiate attenzione, e cioè che Gesù disse che sarebbe stato Lui a mandare sopra i discepoli ciò che il Padre aveva promesso, e quindi il battesimo con lo Spirito Santo sarebbe stato Lui a ministrarlo ai Suoi discepoli, e questo si accorda con quello che aveva detto Giovanni Battista: “Ben vi battezzo io con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dietro a me è più forte di me, ed io non son degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con fuoco …. Ho veduto lo Spirito scendere dal cielo a guisa di colomba, e fermarsi su di lui. E io non lo conoscevo; ma Colui che mi ha mandato a battezzare con acqua, mi ha detto: Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quel che battezza con lo Spirito Santo” (Matteo 3:11; Giovanni 1:32-33).
Vediamo adesso di spiegare cosa aveva promesso Dio, cioè quale era questa sua promessa al fine di capire bene il battesimo con lo Spirito Santo.
Dio, sotto l’antico patto, aveva detto che sarebbero venuti i giorni nei quali Egli avrebbe sparso lo Spirito Santo sopra Ebrei e Gentili, infatti Egli disse mediante il profeta Gioele: “E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno…” (Atti 2:17; Gioele 2:28). Notate che, Dio, dicendo: “Sopra ogni carne” (Atti 2:17), preannunziò che Egli non avrebbe mostrato dei riguardi personali in verso nessuno, ma avrebbe dato lo Spirito Santo a tutti, sia Giudei che Gentili.
Abbiamo dunque visto che Dio tramite il profeta promise che avrebbe mandato lo Spirito Santo su ogni carne.
Vediamo ora in che circostanze e in che maniera Gesù confermò e preannunziò lo spandimento dello Spirito Santo, perché come abbiamo detto i suoi discepoli udirono la promessa del Padre da lui.
Gesù confermò e preannunziò lo spandimento dello Spirito un giorno a Gerusalemme, durante la festa delle Capanne, quando esclamò: “Se alcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Or disse questo dello Spirito, che doveano ricevere quelli che crederebbero in lui; poiché lo Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato” (Giovanni 7:37-39). Come potete vedere l’espressione “come ha detto la Scrittura” (Giovanni 7:38) sta a dimostrare come già negli oracoli che ricevettero i profeti antichi vi era la promessa dello Spirito Santo. Ma perché Gesù parlò di fiumi di acqua viva proprio in relazione allo Spirito Santo che sarebbe stato dato? Perché i profeti parlarono dello spandimento dello Spirito anche sotto forma di spandimento di acque su suolo assetato e arido. Isaia per esempio disse da parte di Dio: “Io spanderò delle acque sul suolo assetato, e dei ruscelli sulla terra arida… Farò scorrere dei fiumi nella solitudine. Le bestie dei campi, gli sciacalli e gli struzzi, mi glorificheranno perché avrò dato dell’acqua al deserto, dei fiumi alla solitudine per dar da bere al mio popolo, al mio eletto… I miseri e poveri cercano acqua, e non ve n’è; la loro lingua è secca dalla sete; io, l’Eterno, li esaudirò; io, l’Iddio d’Israele, non li abbandonerò. Io farò scaturir dei fiumi sulle nude alture, e delle fonti in mezzo alle valli; farò del deserto uno stagno d’acqua, e della terra arida una terra di sorgenti… Delle acque sgorgheranno nel deserto, e dei torrenti nella solitudine; il miraggio diventerà un lago, e il suolo assetato, un luogo di sorgenti d’acqua… E tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai” (Isaia 44:3; 43:19,20; 41:17,18; 35:6,7; 58:11).
Come potete vedere, Dio promise che avrebbe sparso delle acque sul deserto e che avrebbe fatto scaturire dei fiumi e delle fonti in mezzo alla terra arida e assetata. Ma come c’è bisogno che prima piova su un deserto, per vedere fiumi e sorgenti sgorgare in mezzo ad esso, così era necessario che lo Spirito Santo fosse sparso perché fiumi d’acqua viva sgorgassero dal ventre dei credenti in Cristo Gesù. I fiumi d’acqua viva di cui ha parlato la Scrittura sono dunque lo Spirito Santo che ricevono tutti coloro che credono in lui; sì, perché, per ricevere lo Spirito Santo è indispensabile credere in Gesù Cristo.
Un’altra cosa importante da dire in relazione alle suddette parole di Gesù è che quando Gesù pronunziò quelle parole, lo Spirito Santo non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora stato assunto in cielo. In altre parole affinché fosse dato lo Spirito Santo era necessario che Gesù fosse prima glorificato; cioè affinché lo Spirito Santo fosse sparso, era necessario che Gesù morisse, risuscitasse, e lasciasse questo mondo per tornare al Padre suo che lo aveva mandato (quindi la promessa del Padre non si poteva adempiere mentre Gesù era ancora sulla terra).
Gesù confermò e preannunziò lo spandimento dello Spirito anche la notte in cui fu tradito, in quella notte infatti menzionò spesso la venuta dello Spirito Santo. Egli disse per esempio: “E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Giovanni 14:16-17), e: “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati meco fin dal principio” (Giovanni 15:26-27), ed ancora: “Pure, io vi dico la verità, egli v’è utile ch’io me ne vada; perché, se non me ne vo, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vo, io ve lo manderò. E quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia, e al giudizio” (Giovanni 16:7-8). Queste ultime parole confermano quello che abbiamo detto prima, e cioè che affinché lo Spirito Santo fosse dato era necessario che Gesù fosse glorificato. E difatti la promessa dello Spirito si adempì giorni dopo l’assunzione di Gesù in cielo alla destra del Padre, e precisamente il giorno della Pentecoste.
Gesù dunque disse ai suoi discepoli che essi sarebbero stati battezzati con lo Spirito Santo dopo non molti giorni. E così avvenne: il giorno della Pentecoste, che secondo la legge viene sette settimane dopo la Pasqua, i discepoli mentre si trovavano riuniti a pregare furono battezzati con lo Spirito Santo. Ma cosa avvenne in quel giorno? Avvenne che mentre tutti (quindi gli apostoli assieme agli altri discepoli del Signore) erano insieme nel medesimo luogo, verso le nove di mattina, “di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi” (Atti 2:2-4).
Soffermiamoci ora su quello che avvenne nel momento in cui i discepoli furono riempiti di Spirito Santo. Luca dice che quando tutti i discepoli furono ripieni dello Spirito, “cominciarono a parlare in altre lingue” (Atti 2:4). Alle nove circa del mattino di quel giorno di Pentecoste, i discepoli ricevettero lo Spirito Santo, e dal loro ventre cominciarono a sgorgare ‘fiumi di parole sante’ in lingue a loro sconosciute, ma conosciute ai loro uditori, infatti è scritto che “in Gerusalemme si trovavan di soggiorno dei Giudei, uomini religiosi d’ogni nazione di sotto il cielo. Ed essendosi fatto quel suono, la moltitudine si radunò e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nel suo proprio linguaggio. E tutti stupivano e si maravigliavano, dicendo: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? E com’è che li udiamo parlare ciascuno nel nostro proprio natìo linguaggio? Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia Cirenaica, e avventizî Romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi ed Arabi, li udiamo parlar delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue” (Atti 2:5-11).
Dunque in quella mattina di Pentecoste, Dio adempì la promessa che aveva fatta tramite i profeti e che aveva confermato tramite il suo Figliuolo Gesù Cristo. Ecco perchè nel Nuovo Testamento, lo Spirito della verità è chiamato anche “lo Spirito Santo che era stato promesso” (Efesini 1:13).
Come abbiamo visto, quando i discepoli del Signore furono sentiti parlare dai quei Giudei di soggiorno a Gerusalemme delle cose grandi di Dio nelle loro natie lingue, quest’ultimi rimasero stupiti, e cominciarono a chiedersi che cosa fosse quello a cui stavano assistendo.
Ma ci furono taluni che facendosi beffe, dissero che i discepoli erano pieni di vino dolce, e quindi ubriachi di vino. Al che Pietro e gli undici apostoli si alzarono, e Pietro parlò loro dicendo queste parole: “Uomini giudei, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, siavi noto questo, e prestate orecchio alle mie parole. Perché costoro non sono ebbri, come voi supponete, poiché non è che la terza ora del giorno: ma questo è quel che fu detto per mezzo del profeta Gioele: E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. E anche sui miei servi e sulle mie serventi, in quei giorni, spanderò del mio Spirito, e profeteranno. E farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra; sangue, e fuoco, e vapor di fumo. Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e glorioso giorno, che è il giorno del Signore. Ed avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. Uomini israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra voi mediante opere potenti e prodigî e segni che Dio fece per mezzo di lui fra voi, come voi stessi ben sapete, quest’uomo, allorché vi fu dato nelle mani, per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio, voi, per man d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò, avendo sciolto gli angosciosi legami della morte, perché non era possibile ch’egli fosse da essa ritenuto. Poiché Davide dice di lui: Io ho avuto del continuo il Signore davanti agli occhi, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. Perciò s’è rallegrato il cuor mio, e ha giubilato la mia lingua, e anche la mia carne riposerà in isperanza; poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione. Tu m’hai fatto conoscere le vie della vita; tu mi riempirai di letizia con la tua presenza. Uomini fratelli, ben può liberamente dirvisi intorno al patriarca Davide, ch’egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al dì d’oggi fra noi. Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli avea con giuramento promesso che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, antivedendola, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che non sarebbe stato lasciato nell’Ades, e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione. Questo Gesù, Iddio l’ha risuscitato; del che noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. Poiché Davide non è salito in cielo; anzi egli stesso dice: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello de’ tuoi piedi. Sappia dunque sicuramente tutta la casa d’Israele che Iddio ha fatto e Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” (Atti 2:14-36).
Questo messaggio di Pietro è di fondamentale importanza per capire l’estensione della promessa del Padre a tutti noi.
Innanzi tutto notate che Pietro mette subito in chiaro il punto cruciale, e cioè che quel parlare in lingue da parte dei discepoli non era frutto di ubriacatura di vino, ma era semplicemente il compimento della promessa fatta da Dio tramite il profeta Gioele, che i Giudei non credenti che lo ascoltavano conoscevano in quanto era scritta nei profeti che venivano letti sabato dopo sabato nelle sinagoghe. Pietro disse infatti: “Questo è quel che fu detto per mezzo del profeta Gioele”.
Ma voglio anche che notiate che Pietro spiega a quei Giudei che quella promessa era stata ricevuta da Gesù di Nazareth, il Messia promesso dagli antichi profeti, infatti l’apostolo disse loro: “Egli adunque, essendo stato innalzato dalla destra di Dio, ed avendo ricevuta dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete, ed udite” (Atti 2:33 – Diodati). Questa era una cosa nuova per quei Giudei, essi infatti non sapevano che Gesù di Nazareth, colui che era morto e risorto ed assunto alla destra di Dio, avesse ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito; come anche non sapevano che sempre lo stesso Gesù di Nazareth aveva sparso quello che essi stavano vedendo e udendo, cioè che era stato Lui a spandere lo Spirito Santo promesso dal Padre. Non aveva forse detto Gesù ai suoi discepoli: “Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso” (Luca 24:49)?
Dunque, quei Giudei a cui Pietro parlò il giorno della Pentecoste, dopo lo spandimento dello Spirito, non solo vennero a conoscere il Vangelo di Dio, ma anche il fatto che la promessa dello spandimento dello Spirito che aveva fatto l’Iddio di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe, tramite Gioele, era stata mandata ad effetto da Gesù Cristo stesso, dopo la sua assunzione in cielo.
E’ evidente dunque, che quei Giudei compresero subito che la promessa dello Spirito Santo fatta da Dio, includeva il parlare in altre lingue. Pietro fu inequivocabile a tale proposito.
Ma andiamo avanti. A questo punto è scritto: “Or essi, udite queste cose, furon compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiam fare? E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà” (Atti 2:37-39).
Quei Giudei dunque, essendo rimasti compunti nel cuore, compresero che dovevano fare qualcosa, ma non sapevano cosa fare, e allora lo chiesero agli apostoli, e sempre Pietro rispose loro dicendo quello che dovevano fare, e cioè che si dovevano ravvedere e farsi battezzare in acqua. Poi, una volta fatto ciò, avrebbero ricevuto il dono dello Spirito Santo, dove per dono dello Spirito Santo Pietro intese “lo Spirito Santo che era stato promesso” (Efesini 1:13) – o meglio il battesimo con lo Spirito Santo in quanto poi in seguito dirà a quelli della circoncisione in merito all’avvenuta discesa dello Spirito Santo su Cornelio e i suoi: “E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com’era sceso su noi da principio. Mi ricordai allora della parola del Signore, che diceva: ‘Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo’. Se dunque Iddio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiam creduto nel Signor Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?” (Atti 11:15-17) – e proseguì dando a quei Giudei una spiegazione di fondamentale importanza, infatti disse: “Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà”. Ora, domandiamoci, perchè Pietro fu sospinto da Dio a dire anche quelle parole, cioè a dire anche: “E voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà”, pur sapendo che il battesimo con lo Spirito Santo non è indispensabile per essere salvati, in quanto trattasi di un rivestimento di potenza?
Per far capire a quei Giudei che il dono dello Spirito Santo o la promessa dello Spirito (che è il battesimo con lo Spirito Santo con l’evidenza del parlare in lingue) non era riservato solo a loro che erano i dodici apostoli e a tutti gli altri che si erano messi a parlare in lingue quando lo Spirito Santo era sceso su di loro; ma anche a tanti altri, che lui specifica in maniera molto chiara dicendo: “Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà”.
Mettiamoci dunque per un attimo al posto di quei Giudei a cui furono indirizzate personalmente quelle parole ispirate. Che cosa pensarono? Che il parlare in altre lingue era dunque anche per loro, e non era riservato solo a quei circa centoventi che lo avevano appena ricevuto in quella mattina di Pentecoste! Pietro disse loro infatti ‘Per voi è la promessa’. E non solo per loro, ma anche per i loro discendenti; per tutti quelli che erano lontani, dove per lontani si può intendere lontani non solo fisicamente ma anche temporalmente (Diodati ha messo così “ed a coloro che verranno per molto tempo appresso”). E poi Pietro conclude dicendo: “Per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà”.
A questo punto quindi dobbiamo porci questa domanda importante: ‘Siamo anche noi tra coloro che Dio ha chiamato?’ La Scrittura risponde affermativamente, infatti Pietro ci dice nella sua prima epistola: “Ma voi siete una generazione eletta, un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio s’è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua maravigliosa luce; voi, che già non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia” (1 Pietro 2:9-10), ed ancora: “Or l’Iddio d’ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà Egli stesso, vi renderà saldi, vi fortificherà” (1 Pietro 5:10).
Allora, stando così le cose, la promessa del Padre, ossia il battesimo con lo Spirito Santo con l’evidenza del parlare in lingue, è anche per noi Gentili in Cristo Gesù che siamo stati chiamati da Dio in questa nazione e in questa generazione.
E perciò fratelli nessuno vi seduca con vani ragionamenti.

 

La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con voi.

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://giacintobutindaro.org/2011/09/03/la-promessa-del-padre-e-anche-per-noi/

Il potere della suggestione in azione

Predicatore pentecostale che suggestiona dei credenti affinchè ricevano il battesimo con lo Spirito e si mettano a parlare in altre lingue. Ecco i comportamenti disordinati e sconvenienti che portano discredito al Movimento Pentecostale, ma soprattutto alla dottrina di Dio. Gli apostoli quando imponevano le mani sui credenti affinchè ricevessero il battesimo con lo Spirito Santo non si mettevano a dire al credente: ‘Apri la bocca, parla in lingue, lasciati andare, ecc. ecc’

Giacinto Butindaro

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/09/10/il-potere-della-suggestione-in-azione/

‘Io e la potenza del cristianesimo primitivo’

Come il Signore battezzò Martinus Bjerre con lo Spirito Santo

‘Sentivo l’intenso bisogno di una più profonda comunione con Dio. La mia anima era assetata di Lui …. Una sera, dopo il lavoro, sentii dentro di me una voce che mi invitava ad andare nella stalla e ad inginocchiarmi in quell’ ‘alto solaio’ dove pregavo spesso. Obbedendo alla voce del Signore, mi inginocchiai dinanzi all’Iddio vivente e mi presentai a Lui. Dopo avere pregato un po’, mi sentii investito da una forza straordinaria che si impadronì di tutto il mio essere. Cominciai allora a pregare più intensamente non avendo altri che Gesù davanti agli occhi e mi accorsi che la mia preghiera diveniva sempre più intensa … Improvvisamente vidi come un raggio luminoso proveniente dal cielo e capii che Dio gradiva la mia preghiera. Fui come trasportato in uno splendore indescrivibile e le mie povere parole non possono esprimere quello che provavo in quei momenti: una specie di corrente attraversò tutto il mio corpo e si impadronì della mia lingua tanto che pronunziai un fiume di parole che io stesso non comprendevo. Ero sempre cosciente, anche se non mi rendevo conto di quanto mi stava accadendo. Anzi, cercai perfino di trattenermi dal pronunziare quelle parole mordendomi la lingua. Ebbi anche paura quando mi accorsi, qualche istante dopo, che non potevo più pregare in danese e che mi venivano alle labbra sempre quelle parole strane. Quando mi alzai, scoppiai a piangere pensando di dovere chiedere perdono a Dio per essermi comportato a quel modo. Il fatto è che mi avevano raccontato che alcuni che avevano meditato a fondo sul cristianesimo, erano divenuti degli esaltati ed erano perfino impazziti. A dire il vero, io non avevo riflettuto o meditato tanto, ma avevo semplicemente creduto in Dio e mi ero rivolto a Lui in preghiera ed ero stato investito da quella forza incomprensibile….

Mi infilai nel letto cercando di dominarmi, perché ero ancora in preda a quello strano fenomeno. Non osavo parlarne a mia moglie, per paura che mi credesse pazzo e poi non volevo turbarla.

Quando ritrovavo i miei amici del ‘Movimento Comunitario’ e ci mettevamo a pregare, quello strano fenomeno si ripeteva e dovevo controllarmi facendo leva su tutte le mie forze, fino a tenere un fazzoletto sulla bocca in modo che nessuno sentisse quello che dicevo. Fu un periodo terribile: nessuno mi capiva e non sapevo che fare!

Una sera fummo invitati ad una riunione che si teneva a casa di un’anziana istitutrice credente; doveva parlare un predicatore di passaggio, appartenente ad un’altra chiesa. Dopo il messaggio e qualche osservazione da parte di alcuni di noi, ci inginocchiammo per pregare. Allora mi rivolsi a Dio nel mio intimo e Gli chiesi di guidarmi mediante lo Spirito Santo, senza rendermi conto del fatto che lo strano fenomeno di cui stavo facendo l’esperienza era dovuto proprio alla presenza in me dello Spirito Santo di Dio. In ogni caso anche quella sera fui preso da una forza irresistibile che mi sollevò da terra all’insaputa di tutti. Prima di rendermi conto di quanto stava accadendo, mi trovai dall’altro lato della stanza. Ero stato letteralmente sollevato al di sopra delle teste di quelli che pregavano accanto a me. Ricevetti anche una visione celeste che non dimenticherò mai più e che non posso descrivere a parole. C’è indubbiamente un’analogia tra questa visione e l’esperienza descritta dall’apostolo Paolo nella seconda lettera ai Corinzi: “Bisogna gloriarmi: non è cosa giovevole, ma pure, verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Io conosco un uomo in Cristo, che quattordici anni fa (se fu col corpo non so, né so se fu senza il corpo; Iddio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. E so che quel tale (se fu col corpo o senza il corpo non so; Iddio lo sa) fu rapito in Paradiso, e udì parole ineffabili che non è lecito all’uomo di proferire” (2 Cor. 12:1-4).

Cominciai allora a gridare con tutta la forza che potevo: ‘Sono libero! Sono libero!’ Alcuni miei amici si spaventarono e si precipitarono frastornati fuori di casa, mentre altri cominciarono a lodare Iddio. Altri ancora mi chiesero se fossi malato, perché tremavo tutto. Non riuscivo a capire quello che mi stava accadendo, ma ero assolutamente certo di essermi trovato alla presenza di Dio. Nessuno però osava dare una spiegazione del fatto. Gli amici allora mi consigliarono di tornarmene a casa e mi aiutarono ad infilarmi il cappotto.

Strada facendo, alcuni mi chiesero se sapessi quel che mi era successo, ma io stesso non sapevo che rispondere; dissi solo che ero stato invaso da una gioia soprannaturale, indescrivibile, e che quella gioia continuava ad inondarmi.

Il giorno dopo lessi nella Bibbia queste parole: “Ma questo è quel che fu detto per mezzo del profeta Gioele: E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni” (Atti 2:16-17).

Tuttavia non capivo ancora che cosa significasse che “Dio spande del Suo Spirito”. Sapevo però che la visione che avevo avuta proveniva da Dio.

Più tardi l’anziana maestra venne ad informarsi delle mie condizioni. Approfittai allora per chiederle che cosa mai mi fosse capitato la sera prima. Lei mi spiegò che lo Spirito Santo era disceso su di me. Mi parlò quindi del battesimo dello Spirito Santo secondo l’insegnamento della Bibbia, mostrandomi come se ne parli già nei quattro evangeli. In particolare attirò la mia attenzione su Marco 16:17 dove la glossolalia (o ‘parlare in lingue’) è indicata come uno dei segni che accompagnano questa esperienza: “Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome Mio cacceranno i demoni, parleranno in lingue nuove …”. (…..)

Il mistero dunque era stato risolto: la mia strana esperienza non era altro che il battesimo dello Spirito Santo. Confidai allora alla maestra che quel fenomeno si era manifestato spesso negli ultimi tempi mentre pregavo e che avevo fatto di tutto per evitare di pronunziare quelle strane parole. Lei si commosse e mi incoraggiò a non reprimerle quando mi venivano alle labbra, perché quel che avevo ricevuto non era altro che il dono dello Spirito Santo: ‘Molte persone, mi disse, ‘corrono da una riunione all’altra per anni, in cerca di quel che lei ha ricevuto da solo con Dio, in una stalla!

Fatti accaduti in Danimarca

Martinus Bjerre, Come un Padre, Grosseto 1986, pag. 21-24

Tratto da : http://lanuovavia.org/giacintobutindaro/2010/08/13/‘io-e-la-potenza-del-cristianesimo-primitivo’/